GIOVANNA FRACASSI: SONO TORNATI I PAPAVERI – Recensione Scrittura Viva – La Voce del Recensore

GIOVANNA FRACASSI: SONO TORNATI I PAPAVERI

GENERE: POESIA

RECENSIONE

Nella mitologia greca la leggenda di Demetra e il papavero narra che la dea, scoprendo il rapimento della figlia Proserpina ad opera di Plutone, dio degli inferi, per farne la sua sposa, si disperi a tal punto da bere continuamente infusi di papavero al fine di restare in un continuo stato di oblio e sonno per non avvertire il dolore della perdita.
Il papavero diventa, quindi, simbolo di conforto dalla disperazione, ma la leggenda narra anche che i papaveri compaiono sulla terra nel momento in cui Proserpina fa ritorno e che il loro colore rosso intenso ricordi la passione dello sposo che l’aspetta agli inferi. In questo senso il papavero simboleggia la speranza e la rinascita, un promemoria del ciclo della vita e della possibilità di nuovi inizi.
Tutto questo è perfettamente in tema con Sono tornati i papaveri, la silloge di Giovanna Fracassi, edita da Rupe Mutevole (anno di pubblicazione 2023, pagg. 328), in cui troviamo il dualismo: nostalgia, dolore, sofferenza, solitudine… e resilienza, rinascita, consapevolezza, l’inneggiare alla vita. Nell’esprimere i primi sentimenti sopra citati si percepisce quasi un ottundimento dei sensi, tipico di chi affronta grandi difficoltà che lacerano intimamente, ma nel momento in cui la Fracassi parla dell’amore, dell’amicizia, della natura, di quelle particelle d’oro, di valore, che sono le piccole cose, dei momenti felici della vita, delle speranze e dei sogni, ecco che si torna a vedere lucidamente il rosso di quei meravigliosi papaveri che punteggiano i prati in primavera e che sembrano rappresentare ogni singolo pensiero dell’autrice.
La Fracassi affronta tematiche a lei care (assenze, ricordi, nostalgie, infanzia, fanciullezza, la natura e l’amore), e lo fa con una nuova vitalità rispetto alla silloge La brace dei ricordi. Si avverte fin da subito un cambio di passo, qualcosa che è mutato intimamente e che ha proiettato la poetessa verso nuove consapevolezze.
Le parole sono, senza ombra di dubbio, il soggetto centrale della vita di Giovanna Fracassi: le usa, le rielabora e le sceglie attentamente. Anche in questi componimenti la selezione degli aggettivi e l’uso delle figure retoriche come la metafora, la personificazione, l’anafora, l’anastrofe e la sinestesia, rendono la sua espressione poetica raffinata, piacevole e di spessore, tanto che la silloge è stata proposta per la candidatura al Premio Strega Poesia 2024.
In Sono tornati i papaveri troviamo alcuni componimenti appartenenti alla silloge La brace dei ricordi, ma con delle modifiche. Infatti, in tutta la raccolta, Giovanna Fracassi cambia modo di respirare, aggiunge la punteggiatura, usa l’enjambement, modifica la lunghezza dei versi che diventano, in alcune poesie, più ermetici; gioca con le rime mostrando un lato inedito di sé.
La scrittura è decisamente uno degli argomenti preferiti dell’autrice insieme alla musica. L’amore e la passione per l’arte scrittoria sono molto intensi, come si evince nel componimento Penna rossa. Questa penna, che viene comunemente usata per correggere errori, qui diventa, invece, come inchiostro di sangue che scorre nelle vene dell’autrice e che si riversa sul foglio sotto forma di poesia dove la stessa esprime il suo intimo sentire.
L’opera è suddivisa in tre parti, quasi l’autrice volesse ricordare la struttura aristotelica in tre atti del romanzo in cui si parte da una condizione (inizio) che poi ha un’evoluzione nella parte centrale (svolgimento), per poi concludersi con il compimento dell’arco di trasformazione del personaggio (fine).
Nel ‘primo atto’, intitolato Isola nel tempo, siamo immersi in un luogo sospeso dal flusso del tempo, un rifugio, un luogo di riflessione dove la Fracassi ha l’opportunità di sfuggire alla pressione della vita quotidiana, di liberarsi dai pesi del passato e dalle preoccupazioni per il futuro. Lo potremmo definire un posto sacro dove riconnettersi a se stessa, una metafora per definire un lasso di tempo in cui si distacca dal mondo per dedicarsi alla meditazione e all’osservazione, un percorso di crescita personale importante.
Qui troviamo un’autrice più matura nella scrittura, meno affranta, in una fase di evoluzione positiva che passa, ovviamente, anche attraverso attimi di ricadute nella tristezza. La poetessa fa i conti con se stessa, come se fosse arrivata a quel punto della vita in cui si comincia a fare un bilancio per tirare le somme. Se all’inizio la sensazione è di una ventata di aria fresca, sul finale di questa prima parte si nota un ritorno alle emozioni più nostalgiche che sono le note che caratterizzano più di frequente la sua scrittura.
Lo fa per prepararci al ‘secondo atto’ dove amplia e approfondisce le tematiche, i conflitti e il desiderio di rinnovamento, raggiungendo il climax nella poesia Sono, dove, esplorando la sua individualità, trova spazio espressivo e identitario in elementi naturali dando l’impressione di essere parte di essi.
Questa seconda parte è intitolata Grani d’oro, un’espressione di bellezza, ricchezza, valore e purezza sia materiale sia spirituale. Infatti, in molte religioni l’oro rappresenta la divinità e l’immortalità; nel Taoismo è anche simbolo di ricerca della perfezione spirituale. La poesia è un percorso incessante di ‘investigazione’ per Giovanna Fracassi che non smette mai di scavare nell’animo umano alla costante ricerca di risposte che conducano a una rivelazione.
I grani d’oro sono rari in natura e solo attraverso un lungo processo di lavorazione vengono trasformati in oggetti di valore come i gioielli. Questo ci fa comprendere non solo quanto il lavoro di crescita personale dell’autrice sia passato attraverso non poche difficoltà, temprandola, ma anche riflettere sul grande potenziale, ancora inespresso, che si trova all’interno della bellezza dello splendore della natura, tanto cara alla Fracassi, e in lei stessa.
Infine, nel ‘terzo atto’, nel tentativo di risoluzione dei conflitti, la poetessa usa come leitmotiv la foglia: la troviamo posata sul cuore, verde, tra le pagine di un libro come in attesa, intrappolata, trattenuta; strappata per figurare il dolore…
Tuttavia non riesce a risolvere totalmente il suo arco di trasformazione, ma rimane in una posizione di apertura verso qualcosa, ‘oltre’, di ancora indefinito. Come foglia ci fa comprendere la precarietà, la fragilità, la ciclicità che è dietro la forza evocativa che l’autrice mette nelle sue opere.
In quest’ultima parte la Fracassi ci ricorda l’amore, le attese, non solo finalizzate a qualcosa che non ritorna ma anche a ciò che si aspetta con emozione; ci parla di incomprensioni e per la prima volta investiga su qualcosa di ‘superiore’ e inafferrabile come si evince nel componimento Preghiera. Ciò che conferisce maggior impatto, però, è quando osserva il mondo, la natura, cercando di trasmetterne la potenza, la pace, il benessere, la vita nel ‘qui e ora’ a cui prestare attenzione. L’autrice ci spiega quanto poco notiamo il mondo che ci circonda, come se questo ci passasse accanto inosservato. Il messaggio che desidera trasmettere è quello relativo all’importanza di connettersi con la natura per ritrovarsi, rallentare i ritmi frenetici della vita quotidiana, osservare la bellezza del creato, per lasciarci travolgere dalla quiete. Nei suoi versi primeggia il senso della natura che è parte di noi, ci completa come esseri umani, permettendoci di restare connessi con quel tutto chiamato Universo, per non perderci, per godere delle cose più piccole e fragili come le foglie che diamo per scontato siano appese lì sugli alberi e che invece sono ossigeno, sono vita, sono le più belle.
Sono tornati i papaveri è una silloge suggestiva, di grande impatto emotivo e pregevole caratura.

Nicoletta Grossi

INTERVISTA ALL’AUTRICE

Per prima cosa voglio ringraziare la redazione Di Scrittura Viva – La Voce del Recensore per questa importante opportunità di far conoscere e diffondere la mia ultima silloge Sono tornati i papaveri edita dalla casa editrice Rupe Mutevole.

Innanzitutto complimenti per la candidatura al Premio Strega Poesia 2024, un premio di grande prestigio, sogno di ogni autore. Come ci si sente?


Sono infinitamente grata a Cristina del Torchio, scrittrice ed editore di Rupe Mutevole edizioni, per aver scelto di presentare la mia corposa silloge Sono tornati i papaveri al premio Strega. È oltremodo gratificante che lei abbia ritenuto valida la mia poesia, che del resto conosce assai bene avendo io pubblicato con la sua casa editrice 12 libri comprendenti non solo sillogi ma anche racconti, saggi, fiabe, favole e filastrocche. L’emozione è stata soprattutto questa: avere la considerazione e la stima di chi da anni è figura autorevole e importante dell’editoria, ha rafforzato la consapevolezza del valore delle mie poesie che possono essere apprezzate anche a livello nazionale. Preparare con lei, in completa sintonia, la silloge è stata un’esperienza arricchente non solo sul piano professionale ma anche umano. Il mio libro non è arrivato in finale e non ne sono rimasta sorpresa. Ho comunque vissuto questa bella esperienza e ricevuto la soddisfazione di avere pubblicato una ricca, completa e rappresentativa raccolta del mio percorso poetico. Questo sì, un sogno che ho realizzato.


Una poetessa, un’insegnante, una mamma… chi è Giovanna Fracassi?


Ho scritto un brano La donna allo specchio che mi piace qui riportare, almeno in parte, perché ritengo possa rispondere in modo esauriente a questa domanda.
Sono alle prese con il mio specchio e penso a quanto esso possa essere deformante o estremamente veritiero, è un varco per rovistare nella mia interiorità. Mi osservo riflessa: sì, sono io o meglio le tante me stratificate nel tempo di una vita. C’è la bambina dagli occhi grandi e malinconici aperti su un mondo tutto da scoprire e da capire, c’è l’adolescente riflessiva con mille domande e neppure una risposta, c’è la giovane donna determinata, pronta suo malgrado ad assumersi responsabilità forse troppo anticipate, c’è la donna che decide di diventare madre e inizia a trasformare il proprio carattere e la propria personalità arricchendoli via via, plasmandoli e scoprendosi ricca di tante risorse impensabili, c’è la donna insegnante piena di entusiasmo e di slanci, con tanta voglia di cambiare le cose e di lasciare un segno in quel futuro sempre troppo indistinto, c’è la figlia che piano piano perde il suo ruolo e affronta un nuovo cammino, lasciata ormai definitivamente sola e a se stessa, c’è la moglie che è tante e una, fucina di ruoli da inventare giorno dopo giorno, abile funambola su quel filo teso che è la vita a due, pianista con quelle note sempre da accordare per la famiglia che si espande, si trasforma, si evolve e poi… e poi c’è la donna che gioca ed inventa le parole o si racconta tra il serio e il faceto, si prende un po’ in giro ma poi si riveste di seria autocritica, e quella che s’accende e si infuria e poi si placa più in fretta di un temporale estivo, perché tanto di stare arrabbiata sa che non ne vale la pena, e che, in fondo, per quei quattro giorni che si sta su questa terra a che scopo farsi tanto sangue amaro? C’è la donna romantica che si scioglie davanti all’infinito e diventa tutt’uno con la luna, le stelle, il sole, l’acqua e la terra, si meraviglia davanti al sorgere di un nuovo giorno o al canto improvviso di un usignolo o al risuonare nel vento delle note argentine di un campanellino lontano. Ma c’è anche la donna stanca e sofferente che attende nella notte il messaggio del figlio ed il suo passo sicuro o resta in ascolto dei movimenti leggeri della figlia al suo rientro e nel silenzio resta immobile per non disturbare il sonno di chi le è accanto e intanto ricorda, riflette, spera, sogna e sempre s’interroga senza sosta. C’è anche la donna che poi si alza intorpidita, con le ossa sempre un po’ più doloranti, predispone ogni cosa, sveglia, rassicura, conforta i famigliari, il gatto e il cane, controlla veloce ogni cosa e poi esce per andare a scuola o per ogni altra incombenza. Questa donna, come ogni altra donna, si specchia: sono io dunque questo riflesso? Un solo riflesso capace di condensare in così poco spazio la luce di tante me e di tanti miei anni? Passo anch’io di specchio in specchio per trovare conferme o smentite, per disvelare o per celare il mio nucleo più profondo, il nocciolo non ancora fuso nel magma della mia esistenza, quel “non so che” che so mi rende me e non un’altra. Ed è sempre lo stesso stupore per LA VITA.


Cosa rende speciale Sono tornati i papaveri secondo lei?


Si tratta di un’antologia che raccoglie gran parte della mia produzione poetica nell’arco di un decennio e ha la caratteristica di presentare tutti i miei argomenti e i miei temi. Vi sono poesie che trattano argomenti quali l’amore, la morte, la notte, la religione, la natura, la vita, i valori etici, e quindi temi quali la solitudine, la mancanza, l’assenza, il dolore, il ricordo, la speranza, la gioia, la tristezza, la malinconia, l’angoscia, il disincanto, la delusione, l’anelito all’infinito, l’interrogarsi sul senso della vita e di questo viaggio che ognuno è chiamato a fare, la consapevolezza, la responsabilità di questo nostro esserci in questo ‘qui e ora’, in questo momento storico, in questo luogo, e tanto altro ancora.

Quale approccio suggerisce all’opera da parte del lettore?

Come ci si approccia in generale ad un testo poetico, quindi con sensibilità, con attenzione, con il proprio bagaglio culturale e di esperienze, con il desiderio non solo di ritrovare qualcosa di sé in un componimento, ma anche con la volontà di scoprire un altro modo di percepire, di emozionarsi, di stupirsi, di sognare e di ricordare, di riflettere sulle grandi domande esistenziali, forse una diversa interpretazione del vivere che può essere o meno complementare alla propria ma comunque sempre interessante e stimolante.

Progetti per il futuro?

A breve usciranno due altri miei libri, si tratta di una raccolta di racconti e di una raccolta di filastrocche, inoltre sto lavorando alla creazione di un’agenda letteraria “perpetua”.

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Sillogi

Arabesques 2012 Rupe Mutevole
Opalescenze 2013 Rupe Mutevole
La cenere del tempo 2014 Rupe Mutevole
Emma alle porte della solitudine 2015 Rupe Mutevole
In esilio da me 2016 Kimerik
Nella clessidra del cuore 2017 Rupe Mutevole
Il respiro del tempo 2018 Kubera edizioni
La brace dei ricordi 2021 Rupe Mutevole
Sono tornati i papaveri 2023 Rupe Mutevole

Saggi:
Lettere a Sofia 2022 Tomarchio editore
Essere e corpo in J. P. Sartre 2023 Rupe Mutevole

Letteratura per l’infanzia:

L’albero delle filastrocche 2018 Rupe Mutevole
Nel magico mondo di nonna Amelia 2021 Rupe Mutevole
Il Natale raccontato da nonna Amelia 2023 Rupe Mutevole
Le filastrocche del regno della fantasia 2024 Rupe Mutevole

NOTE BIOGRAFICHE

Giovanna Fracassi è nata a Vicenza da Emilio Fracassi, medico pediatra, e da Gemma Brazzarola. Il nonno, Egidio Fracassi, professore di Lettere è stato un irredentista e ha scritto numerosi saggi storici e politici ad oggi presenti nella sezione storica della Biblioteca civica di Rovereto (TN).
Giovanna, figlia unica, ha così modo, fin da piccola di vivere in un ambiente culturale molto stimolante e, crescendo, ha libero accesso alla biblioteca di famiglia. Si nutre di letture di vario genere, spaziando dai romanzi d’avventura, a quelli storici, alla poesia e ai saggi. Matura pertanto la passione per lo studio della letteratura, della filosofia, della storia, ma anche della pedagogia e della psicologia che la condurrà dapprima a conseguire il Diploma di Liceo psico-pedagogico e poi la Laurea in Lettere e filosofia presso l’Università di Padova.
Successivamente i suoi interessi culturali e umani la conducono a studiare e a conseguire varie abilitazioni all’insegnamento. Insegna così nella Scuola dell’Infanzia, nella Scuola primaria, e nella Scuola secondaria di primo e di secondo grado per la cattedra di Lettere. Ottiene inoltre l’abilitazione all’insegnamento della religione cattolica, la specializzazione per l’utilizzo del metodo d’insegnamento Braille, un master in Cinema, teatro e spettacolo, un master in Counseling.
Parallelamente alla professione di docente di Lettere, ha coltivato la passione della scrittura. Autrice poliedrica si interessa di filosofia, di letteratura, di storia, di fotografia, filmografia, musica e storia dell’arte. Passioni che nutre viaggiando in Italia, in Europa e in Russia.