ORIETTA BOSCH: GIULIA IN FUGA DA SÉ STESSA – Scritturaviva – La Voce del Recensore

ORIETTA BOSCH: GIULIA IN FUGA DA SÉ STESSA
GENERE: ROMANZO
RECENSIONE

 
Un romanzo interessante Giulia in fuga da sé stessa, di Orietta Bosch, pubblicato nel 2021 da CTL Editore-Livorno e corredato dai disegni di Daniele Cossar. La protagonista, Giulia, è una ragazza apparentemente fortunata: è bella, intelligente, suona il pianoforte e ha una famiglia facoltosa che la ama. Eppure non è felice, anzi è quasi sempre triste, introversa e avverte un grande vuoto dentro di sé. Dopo aver conseguito una laurea in farmacia con il massimo dei voti, si allontana dai genitori per trovare un lavoro e per cercare di diventare più sicura e autonoma. Per circostanze avverse è costretta a cambiare spesso città. Questa per lei è un’occasione per vedere e conoscere nuovi luoghi, ma rimane sempre insoddisfatta. Anche la storia d’amore con il giovane Luca non è esente da grossi problemi, tanto che il ragazzo finirà in carcere. La ragione del disagio della protagonista risale però al suo passato, che lei stessa non conosce. Il tema della ricerca delle proprie origini è dominante. Il vuoto che Giulia sente non è infatti dovuto ad una depressione ma ad una dolorosa storia di abbandono. La ricerca la trasformerà, piano piano abbandonerà le sue insicurezze e fragilità per diventare una donna tenace, determinata e combattiva. La storia è venata da un’aura di mistero e di magia: Giulia si sente chiamata a cercare, conoscere, come se fosse guidata da una voce interiore. Accompagnando la protagonista nei suoi spostamenti, il lettore ha l’opportunità di conoscere la storia e l’arte di molte città italiane (Udine, Bologna, Firenze, Palermo, Venezia, Milano, Roma), attraverso le note informative che l’autrice ha curato con precisione e dovizia di particolari. L’introspezione è un altro tema fondamentale del romanzo: tutta la gamma delle emozioni e dei sentimenti umani viene esaminata attraverso un buon lavoro di analisi. La scrittura risulta gradevole, nonostante qualche ingenuità stilistica, perché racconta con delicatezza un argomento molto serio e doloroso, stemperando con sensibilità gli aspetti più crudi e drammatici della vicenda, che coinvolge il lettore fino alla fine, instillandogli il desiderio di scoprire le verità nascoste. Senza voler svelare troppo del contenuto, per non togliere ai lettori il piacere di scoprire da soli i segreti che si nascondono dietro le vite apparentemente normali dei personaggi, si può dire che questo libro affronta un argomento scottante, di cui talvolta si occupano le cronache e i mass-media. Ognuno dei personaggi, infatti, e non solo la protagonista, cela una parte oscura che condiziona la sua vita, impedendogli di raggiungere un equilibrio ed una pace con sé stesso. Però ciascuno di loro vuole liberarsi di un peso e in qualche modo riscattarsi. Se è vero che essi non possono cambiare il loro passato, come del resto non lo può cambiare nessun essere vivente, nel momento in cui giungono alla consapevolezza di aver sbagliato, tacendo o addirittura commettendo un reato, con la conseguenza di aver causato enormi sofferenze ad altre persone, cercano di non aggiungere altro male, anzi si prodigano per rimediare, cercando di offrire l’aiuto che prima non avevano saputo o potuto dare. Per quanto si possa essere lontani e divisi, c’è un filo invisibile che lega le persone accomunate dalla stessa origine, un legame che è forte e richiama a ricongiungersi anche dopo tanto tempo. La protagonista è sempre in fuga, ma in realtà cerca ciò a cui era stata unita, vuole andare oltre ogni limite spaziale, per ritrovare una parte di sé di cui sente la mancanza. L’autrice ha saputo lasciare tra le righe un messaggio di speranza, confermando che “Chi cerca trova”. Chi non si arrende e non mette a tacere la propria voce interiore, trova la forza e il coraggio di superarsi per scoprire quello che non conosceva e non immaginava che potesse esistere, per accettarlo ed accoglierlo. Il passato per quanto infelice e sconvolgente ha comunque prodotto qualcosa di bello che riesce a dissipare il dolore di una verità amara e violenta. L’amore riesce sempre a trasformare i cuori ed ad aprirli al perdono, anche quando sembra impossibile, senza però giustificare colpe ignobili. Permette di liberarsi dall’odio, dalle vendette che rendono cattivi come chi ha commesso il male e di accogliere invece il dono speciale della vita. Pur essendo drammatica, la vicenda lancia un messaggio molto positivo: l’attaccamento alla vita e l’amore sono i beni più preziosi, dal valore inestimabile, sono una luce, una musica, un profumo, un balsamo per l’anima e riescono a colmare anche le ferite più profonde e i vuoti più grandi.
Mariella Manganaro 

INTERVISTA
Come nasce l’idea di quest’opera?

La mamma di Giulia mi ha raccontato questa storia, mi ha talmente presa, mi ha talmente intrigata che non ho potuto, con il suo consenso, fare a meno di scriverla 


Cosa rappresenta per Giulia, la protagonista del romanzo, la fuga?
Nessuno comprendeva il motivo della sua tristezza, del fatto che tendeva a isolarsi dal mondo, nemmeno lei. Quindi il fatto di fuggire dalla sua casa che per anni era stato un rifugio sicuro era secondo lei una scusa per ritrovarsi o per trovare quel qualcosa o qualcuno che rispondesse alle domande che erano nascoste nella sua anima e che le impedivano di vivere. 


Quali sono i messaggi significativi che ha voluto far passare attraverso questa opera?
Non sempre si deve scappare per cercare di essere felici, per affrontare sé stessi, per cercare di essere diversi. Se si vuole andare lo si deve fare con la consapevolezza di ritrovarsi.


Ha in cantiere qualche altro lavoro similare?
Le mie storie sono tutte diverse ma contengono sempre un messaggio di riflessione per il lettore, è appena uscito “Tornerò a vedere il mare”, diverso ma simile in quanto affronta temi sempre attuali quali l’adozione e la disabilità, lo considero il mio libro Magico, in quanto scritto in riva al mare.


Scriva ciò che ritiene importante in riferimento al suo libro.
La prima cosa è il fatto di dire sempre la verità ai propri figli anche se spesso li può allontanare ma tenerla nascosta può farli perderli per sempre. In tutte le famiglie il rispetto e la verità devono essere il primo comandamento per vivere in pace e evitare di rendere introversi e tristi i ragazzi che alla scoperta tardiva di certe verità potrebbero non perdonare, in quanto traditi da chi ritenevano il primo punto di riferimento nella vita.


Cosa si augura di dare al lettore attraverso i suoi libri?
Amo scrivere e mi auguro di lasciare al lettore con la semplicità della mia scrittura un messaggio che dia positività, riflessione e un attimo di svago che tutti dovrebbero avere quando leggono un libro.


L’ AUTRICE SI RACCONTA
Mi chiamo Orietta Bosch. Vivo a Mariano del Friuli. Ho 61 anni. Sono infermiera in pensione. Andare in pensione per molti è una liberazione, per altri un dramma. Per me, dove i primi 15 giorni in cui credevo di essere in ferie, è stata una vera e propria crisi. Mi sentivo strana in quanto avevo perduto una parte di me: non ero più un riferimento per la gente e mi sentivo inutile. Non trovavo motivazioni ma fu in quel momento che mi resi conto che la mancanza di motivazione è la forza e la più importante delle sfide. Sicuramente tutti possono dire di aver vissuto un momento in cui ci sono sentiti smarriti come mi sentivo io. Decisi, quindi, di scrivere, ma quello lo avevo sempre fatto, quindi pensai di pubblicare i miei scritti. Le case editrici risposero positivamente e iniziai questa meravigliosa esperienza. Ho sempre messo una parte di me in ciò che faccio, così ho continuato ad essere un punto di riferimento, questa volta per i lettori. Per hobby sono diventata una scrittrice. Ho pubblicato il libro della mia vita un anno fa ed è stato un successo non solo nazionale ma internazionale visto che la Europe books di Londra sta divulgando i libri in inglese. Quello che scrivo, piace. Un segnale positivo viene dalle vendite. “Scusa” e “Anna” sono storie vere che lasciano un messaggio al lettore. Ho riconquistato in questo modo l’autostima. L’autostima non ci insegna a scrivere, ma spesso una bassa autostima viene scambiata per mancanza di talento. Riprendendo fiducia mi sono sentita motivata… questo mi ha ringiovanito l’anima e caricato positivamente. La vita è diventata una continua fonte di ispirazione. Allenando i miei cinque sensi, guardando dentro di me, ascoltando la vita degli altri ho scritto questo nuovo libro “Giulia in fuga da sé stessa”. Tutti dovrebbero avere qualcosa da fare, qualcosa che li renda vivi, che li carichi positivamente, che li faccia sorridere alla vita anche se gli anni corrono veloci e la gioventù è alle spalle. Io lo faccio scrivendo e la grande soddisfazione personale non ha limiti. Mi chiamano l’infermiera scrittrice. Per 40 anni ha aiutato gli altri con la mia professione ora lo faccio scrivendo.
 
Link per l’acquisto del libro:
https://www.ctleditorelivorno.it/product-page/giulia-in-fuga-da-se-stessa