MATTIA POZZOLESE: BASTA SOLO VOLERLO – Scrittura Viva – La Voce del Recensore

MATTIA POZZOLESE: BASTA SOLO VOLERLO

GENERE: ROMANZO DI FORMAZIONE

RECENSIONE

L’adolescenza non è solo una stagione della vita, ma una modalità ricorsiva della psiche dove i tratti dell’incertezza, l’ansia per il futuro, il bisogno di rassicurazione e insieme di libertà si danno talvolta convegno per celebrare, in una stagione, tutte le possibili espressioni in cui può cadenzarsi la vita…”

Umberto Galimberti

L’adolescenza non è certo tra i periodi più tranquilli della vita, anzi potremmo, a ragione, affermare che sia proprio quello più burrascoso, considerati i tanti cambiamenti fisici e psicologici, questi ultimi orientati alla ricerca della propria identità. Già in una situazione di normalità familiare il passaggio all’età adulta richiede sforzi non indifferenti da parte del soggetto che lo attraversa; sforzi che diventano molto più complessi quando la realtà della famiglia non è tanto serena, come quella nella quale si trova a vivere la protagonista della storia. È un’opera di formazione, ambientata a Firenze, quella che ci propone l’autrice Mattia Pozzolese con il suo romanzo Basta solo volerlo (Edizioni Elicon, anno di pubblicazione 2022, pagg. 120). La protagonista, Letizia, studentessa universitaria, sembra vivere una vita simile a quella delle sue coetanee, ma è spesso riservata, schiva e tende a isolarsi. Si è costruita la sua zona di comfort per proteggersi da eventuali dispiaceri e da un passato di sofferenza che le ha lasciato importanti cicatrici, costringendola a maturare in fretta. Nasconde un segreto che a un certo punto della storia deciderà di condividere con una persona speciale. A esserle utile e di conforto è la sua migliore amica e consigliera, Anna, che tuttavia è completamente diversa da lei. E per questo Letizia si affida a una insolita “corrispondenza epistolare”, che avviene in un posto particolare, fatta di messaggi, di frasi, più che di vere e proprie lettere, grazie ai quali la ragazza riesce a riallacciare i contatti con la sua vita e a sentirsi finalmente libera di sperimentare, di osare, di lasciarsi andare e abbandonare quella tristezza e quella insoddisfazione che la tenevano prigioniera. Il suo è un interlocutore misterioso e affascinante, in grado di scrivere parole che destano la sua curiosità e il suo interesse: «Le persone felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno»; e ancora: «Siamo piccoli nell’universo, ma grandi nell’esistenza umana. Abbiamo uno scopo ben preciso. Dobbiamo solo scoprirlo». Letizia ha così modo di riflettere sul senso di queste e di altre frasi che le lascia il suo amico di penna, l’opportunità di pensare a tutto ciò che ha, ma che non riesce ad apprezzare, e l’occasione di formularele sue risposte. Quindi per la protagonista si aprono nuovi scenari e la sua vita inizia a prende una piega diversa. Notevoli sono le descrizioni delle dinamiche psicologiche e degli stati d’animo che investono Letizia, ma anche gli altri personaggi della storia: l’incapacità della ragazza di avere un dialogo con i suoi genitori, il non fidarsi completamente neanche della sua migliore amica, alla quale tiene nascosta sia la misteriosa corrispondenza sia la conoscenza di un ragazzo, e la difficoltà nel decentrarsi dai suoi problemi per interessarsi a quelli degli altri e comprenderli. L’autrice ha una scrittura semplice, intensa e coinvolgente. La sua penna si dimostra abile nello scavare nei sentimenti e nel trasmetterli al lettore con immediatezza. Quest’opera riesce a essere avvincente e a stuzzicare la curiosità anche di chi non riconosce nel genere di formazione il suo preferito. Ci riesce con dolcezza, descrivendo le vicissitudini della protagonista, ma anche e forse soprattutto attraverso l’ideazione di tutti i personaggi che appaiono credibili: il padre della protagonista, che l’autrice disegna a piccole dosi, svelando in ogni nuovo capitolo qualcosa in più, così anche per la madre, una donna forte e fragile al contempo, con un passato particolare alle spalle e un presente in cui non sembra trovarsi molto a proprio agio. Un’opera che tratta le difficoltà relazionali, l’arduo compito di essere genitori, la ripercussione delle difficoltà di questi ultimi sui figli, ma anche quell’amore incondizionato che non si arrende fino a quando non ha raggiunto l’obiettivo voluto. L’attento lettore, scorrendo le pagine, soprattutto degli ultimi capitoli, potrà forse immaginare e sperare che alla fine la storia riservi un colpo di scena… perché l’amore pur di rivelarsi è capace di prendere sentieri tanto imprevisti quanto impensati.

Alessandra Ferraro

INTERVISTA

Cosa rappresenta per lei la scrittura?

Per me la scrittura è molto importante. Rappresenta tanto. Ho iniziato a scrivere per caso, per mettere nero su bianco le mie emozioni e pensieri e non l’ho più abbandonata. Devo dire che è stata vicina a me in un momento molto particolare e difficile della mia vita. Sono riuscita a superare una malattia attraverso la scrittura, solo scrivendo riuscivo a trovare sollievo e non pensare a ciò che stavo attraversando. È stata un’ottima terapia e lo è anche adesso.

Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?

Abito a Lucca e mi piace passeggiare sulle mura. Una sera d’autunno di qualche anno fa, prima del lockdown, mentre passeggiavo, assorta nei miei pensieri, sono stata attirata dalle foglie che si staccavano dai rami degli alberi e cadevano per terra. Questa immagine che la natura ci regala ogni anno in autunno, mi è rimasta impressa nella mente per diversi giorni, finché una sera ho acceso il computer e ho iniziato a scrivere prendendo spunto da queste foglie che danzavano nell’aria e planavano dolcemente sul terreno. Poco per volta è nato Basta solo volerlo.

Quali consigli darebbe a chi volesse approcciarsi alla scrittura?

Non so se sono la persona adatta per dare consigli. Non sono una scrittrice di professione, sono una docente di lettere che insegna nel liceo artistico musicale di Lucca e che si diletta a scrivere. Posso però dire cosa ho fatto e continuo a fare io stessa prima di scrivere. Intanto posso consigliare di leggere molto e di soffermarsi sui periodi, su un brano, su una qualsiasi descrizione e interiorizzare le immagini, le sensazioni, i pensieri che suscitano in noi. Poi di guardarsi dentro. Tutti abbiamo qualcosa da dare e trasmettere. Basta credere nelle proprie possibilità.

Ha in cantiere qualche altra opera?

Ho iniziato a scrivere un nuovo libro. Sono ancora ai primi capitoli. La storia è sul nascere e non si è ancora sviluppata, posso dire che la protagonista è una donna vittima dei pregiudizi umani e di una società chiusa e retrograda e per questo emarginata e che le vicende sono ambientate nella Sicilia di fine 800.

BIOGRAFIA

Mattia Pozzolese nasce a Messina nell’aprile del 1972. Vive a Lucca da qualche anno ed insegna lettere nel liceo artistico musicale della città. Ha sempre avuto la passione per la scrittura, associata alla lettura, all’amore per l’arte ed i viaggi. Basta solo volerlo è la sua prima opera.