GIOVANNA FRACASSI: IL NATALE RACCONTATO DA NONNA AMELIA. STORIE, FAVOLE, CURIOSITÀ – Recensione Scrittura Viva – La Voce del Recensore

GIOVANNA FRACASSI: IL NATALE RACCONTATO DA NONNA AMELIA. STORIE, FAVOLE, CURIOSITÀ

GENERE: LETTERATURA PER L’INFANZIA

RECENSIONE

         

Correva l’anno 1843 quando dalla magistrale penna dickensiana prendeva vita l’ormai celeberrimo A Christmas Carol, destinato a consolidare, in ambito letterario, lo specifico filone delle “storie di Natale”.

La vicenda, dal vago sapore shakespeariano, porta non a caso il sottotitolo di Being a Ghost- Story of Christmas, vale a dire “un racconto di fantasmi”, a evidenziare come, nella notte magica per eccellenza, tutto possa accadere, soprattutto se in vista di un profondo cambiamento interiore.
Un messaggio così valido e commovente che ha fatto in modo da lasciare sfumare, nel tempo, la sottile inquietudine provocata dalla presenza degli spettri, per proporsi come particolarmente adatto all’infanzia. Tant’è che, tradotto come Racconto di Natale, il testo è ormai da noi un evergreen facilmente reperibile in librerie, specializzate e non, in mille edizioni, fogge e formati, spesso accompagnato da illustrazioni di vario tipo.
Ma qual è in sostanza lo spirito del natale dickensiano?
Ce lo ricorda l’autore stesso nell’epigrafe di questa vivace proposta narrativa di Giovanna Fracassi, Il Natale raccontato da Nonna Amelia. Storie, favole, curiosità, Rupe Mutevole, Parma, Settembre 2023, pagg. 141, auspicando Un Natale felice, felice, che ci riconquisti alle delusioni dei nostri giorni infantili; che possa ricordare al vecchio il piacere della sua giovinezza; che possa trasportare il marinaio e il viaggiatore, a migliaia di chilometri di distanza, di nuovo al suo stesso lato del fuoco e alla sua tranquilla casa!
Ed è proprio in questo connubio del calore fisico dei ceppi scoppiettanti nel camino con quello affettivo della casa “vestita” a festa che, seguendo la formula già ben collaudata di un altro volume – G. Fracassi, Nel Magico Mondo di Nonna Amelia. Favole e Filastrocche, Rupe Mutevole Edizioni, Parma, 2021, pagg. 157 – , l’Autrice riesce a intrecciare, con abilità tutta propria, poesia e prosa, in un rutilante carosello di sentimenti, emozioni e, perché no?, divertimento e svago.
Ancora una volta il collante è l’insostituibile voce di Nonna Amelia, senza la quale il fascino del momento non potrebbe essere completo.
Ma tutto questo non faceva Natale fino a quando la nonna non iniziava a raccontarci le sue storie e le sue famose filastrocche sbarazzine. Allora sì che potevamo dire, noi bambini, che stava davvero arrivando il Natale! Ci mettevamo comodi, sdraiati sui cuscini davanti al camino in salotto, mentre la nonna sedeva nella sua ampia poltrona, avvolta in una rossa e calda coperta bordata di bianco. […] Nel solito scrittoio c’era anche un taccuino rosso, chiuso da un cordoncino dorato e all’interno vi ho ritrovato scritte, con la bella e accurata calligrafia della nonna, le sue famose filastrocche e storie natalizie […].
Il lettore può così immergersi in un universo costellato di pungitopo, abete e agrifogli, gnomi ed elfi, renne trasformate in statue di rame, elefantini maldestri ma intraprendenti, pinguini solidali, orsetti smarriti, draghi vittime di incantesimi malvagi, ricette, leggende, curiosità e perfino personaggi delle fiabe, quali Cappuccetto Rosso e Biancaneve, chiamati a vivere nuove avventure, sfide e incontri.
Amplificata anche questa volta dalle deliziose immagini di Patricia Tessaro, la fantasia della Nonna non sembra voler conoscere limiti. Solo però a tratti si accende di qualche nota malinconica e struggente in più rispetto alla precedente raccolta.
Sono in effetti proprio i momenti della festa che acutizzano i dislivelli sociali, le condizioni di solitudine e malessere, i disagi della malattia, l’assenza dei cari scomparsi.
Nella sua incontestabile esperienza di vita, Amelia non può ignorare che la fame, la miseria, la tristezza per un’unione familiare spezzata non vengono cancellati sic et simpliciter dal 25 dicembre. Né è giusto che lo nasconda, illudendoli banalmente, ai suoi piccolissimi destinatari.
Quello che tu hai chiesto Marco, non te lo può regalare né Babbo Natale né nessun altro – ricorda il gatto Misha al bambino cui si propone come nuovo amico.
Anche questi aspetti della realtà vanno dunque proposti, pena il rischio di allevare bambocci viziati e fuori dal mondo. Tutto sta, come ovvio, nel mondo opportuno in cui farlo.
La gioia di un presepe ritrovato in una soffitta magica, una preghiera rivolta a Santa Lucia, una letterina scritta in purezza di cuore o un regalo inatteso della Befana possono comunque riuscire a riscaldare per un attimo il cuore di chi sia disposto a farlo.
Ecco che allora le muffole rosse del racconto loro dedicato sono capaci di contenere al loro interno il calore dell’amore, sì da consentire a una nipotina di restare unita alla nonna defunta tutte le volte che le indossi.
O che il gatto Orazio, già apparso nella precedente raccolta, riesca a trovare rimedio all’inevitabile declino fisico dell’età avanzata, grazie all’affettuosità dei suoi amici.
O che la vecchia Claire provi a fare ammenda, novella Scrooge al femminile, del gesto d’egoismo compiuto in un momento di paura e sconforto.
E poco importa se il pupazzo di neve sia un poco storto, o la Befana vesta stracci logori, o lo gnomo Mirtillo finisca a gambe all’aria con il suo amico Camillo.
L’importante è invece che nella notte bianca ogni bimbo sogni di trovar all’alba / un dono assai speciale / quello che ha chiesto a Babbo Natale: / che tutto il mondo sappia Amare.

Gabriella Vergari

INTERVISTA

Ringrazio innanzitutto la redazione Di Scrittura Viva – La Voce del Recensore per questa importante opportunità di far conoscere e diffondere il mio libro Il Natale raccontato da nonna Amelia (con cd allegato) edito dalla casa editrice Rupe Mutevole.

Come ricorda il Natale della sua infanzia?

Nei ricordi l’infanzia si colora sempre di nostalgia e di magia. Si rivedono i momenti più cari con lo sguardo meravigliato e fiducioso che hanno i bambini. A Natale mia madre era solita coinvolgermi, fin da piccolina, nell’allestimento del presepio e dell’albero sia nella nostra casa di città che in quella che avevamo in montagna. Di solito, il giorno di Natale lo festeggiavamo in città ricevendo qualche parente o amico di famiglia, mentre Santo Stefano ci vedeva già in partenza per la montagna dove mi aspettavano i miei amici e la neve che al tempo cadeva puntualmente già a fine novembre, garantendo così delle vacanze natalizie all’insegna dei giochi, dei pupazzi e delle palle di neve. Più che i regali, che peraltro ricevevo a Santa Lucia e alla Befana, erano proprio queste giornate incantate in mezzo alla neve, con gli abeti che ne erano completamente ricoperti, con quel profumo che aveva l’aria frizzante che mi pungeva le guance, che desideravo. Ricordo la vestizione a cui mi dovevo sottoporre, impaziente, prima di uscire: berretto, guanti, sciarpa maglioncino, pantaloni da sci, giaccone, doposci… poi finalmente libera di andare sulla neve con la slitta o con il bob. La vigilia di Natale andavo con i miei genitori alla messa di mezzanotte mentre il giorno dopo mi deliziavo con tutte le leccornie preferite da me e da mio padre e amorevolmente preparate da mia madre che era un’ottima cuoca. Poi vi erano quei momenti speciali, in cui mi incantavo davanti al presepio e mi inoltravo con la fantasia nelle grotte e sui sentieri delle montagne che mia madre riusciva a creare con i pezzi di legno contorti che per tempo avevamo raccolto nel bosco, insieme ai sassi più strani, al muschio, ai rametti di pungitopo e di agrifoglio. Ma anche l’albero di Natale era per me ipnotico: spegnevo le luci nella sala e mi accoccolavo ai piedi dell’abete che profumava per giorni di resina e che mi donava momenti di assoluta meraviglia e gioia con le sue lucine intermittenti e le palline di vetro decorate con stelline, angioletti, pupazzi di neve e altro. La vigilia di Santa Lucia, il 13 dicembre, era nostra tradizione sistemare all’esterno, davanti alla porta d’ingresso, una tazza di latte e una fetta di torta della mamma affinché la santa e il suo asinello potessero rifocillarsi quando passavano per lasciarmi qualche dono. Poco dopo, prima di addormentarmi, sentivo il campanellino che annunciava il suo arrivo. Al tempo non sapevo naturalmente che era mio padre che faceva il giro del giardino con la sua campanellina d’argento. Emozionatissima alla fine mi addormentavo e la mattina dopo ero la prima a svegliarmi per correre ad aprire la porta. Purtroppo avevo poco tempo per ammirare i miei doni perché dovevo andare a scuola. Per la Befana i preparativi erano un po’ diversi; davanti al caminetto, in salotto, avevamo cura di mettere un bicchierino con un po’ di liquore e qualche biscotto per la povera vecchina che doveva infilarsi nel camino. Quando tutto era pronto si chiudeva a chiave la porta perché altrimenti, se qualcuno per caso fosse entrato, la Befana sarebbe passata senza fermarsi. La mattina dopo ero io stessa ad aprire la porta e alla debole luce delle lucine dell’albero scorgevo i pacchetti colorati e sentivo l’inconfondibile profumo di mandarini e di cioccolato che non mancavano mai.

Quanto per lei è importante che un bimbo creda in Babbo Natale?

Credo che la favola più bella che si possa raccontare ad un bambino è proprio quella di Babbo Natale perché è una figura che riassume in sé quello di cui un bambino ha bisogno di ricevere dal mondo degli adulti per poter crescere sereno: la bontà, la generosità, la tranquillità, l’empatia e la comprensione, l’essere accolto e rassicurato, l’allegria. Babbo Natale, in tutte le storie che narrano di lui, è un personaggio magico aiutato dai folletti che collaborano per costruire i giocattoli per tutti i bambini che sono sempre buoni (anche quelli talvolta un po’ birichini), ama gli animali e in particolare adora le sue renne, vive in un luogo dove la natura è splendida, la sua casa è di legno e circondata dai boschi. Tutto di lui e del suo mondo invita i più piccoli ad apprezzare i buoni comportamenti, i buoni sentimenti e il rispetto per gli altri e la natura. In conclusione penso che credere in Babbo Natale sia per ogni bambino, oltre che emotivamente arricchente, anche stimolante da un punto di vista educativo.

Al di là dei luoghi comuni sull’attuale consumismo, quanto condivide l’affermazione che il Natale sia ormai divenuto una festa laica?

Sicuramente la ricorrenza del Natale è diventata una festa anche laica dato che pure i non credenti partecipano ai festeggiamenti che l’accompagnano. Anche chi non crede coglie, o almeno dovrebbe cogliere, in questa festa il richiamo a quei valori che sono universali: la pace, la tolleranza, il rispetto per ogni essere vivente, la condivisione, l’aiuto dato a chi ne ha bisogno, solo per ricordarne alcuni. Credenti e laici hanno gli stessi valori.

A Natale in ogni casa non può mancare…

L’armonia, la serenità, la compagnia delle persone care, l’altruismo e la generosità, quel “caldo buono” dato dall’amore per la vita.

Potrebbe elencare alcuni titoli di testi per l’infanzia che lei ritiene fondamentali?

Con piacere, fra quelli a tema Natalizio suggerisco:

Il canto di Natale di Charles Dickens
La regina delle nevi di H. Christian Andersen
Il maialino di Natale di J.R. Rowling
Buon Natale Geronimo di Geronimo Stilton
Rover salva il Natale di Roddy Dole
Il regalo di Natale di Beatrix Potter
Lo schiaccianoci di E. T. A. Hoffmann
Le più belle storie di Natale di G. Rodari
Lettere da Babbo Natale di J. R.R. Tolkien
e naturalmente…
Il Natale raccontato da nonna Amelia di Giovanna Fracassi

Link per l’acquisto del libro Il Natale raccontato da nonna Amelia. Storie, favole e curiosità Rupe Mutevole 2023

Si ricorda che è possibile acquistare separatamente il cd allegato al testo a questo link:

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Il libro unitamente al cd è acquistabile da questi link e in ogni altra libreria online. Può essere ordinato anche presso una qualsiasi libreria di fiducia.
È inoltre acquistabile con: Carta Docente, Bonus Cultura, 18Appa, Carta Cultura Giovani e Carta del Merito

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Sillogi

Arabesques 2012 Rupe Mutevole
Opalescenze 2013 Rupe Mutevole
La cenere del tempo 2014 Rupe Mutevole
Emma alle porte della solitudine 2015 Rupe Mutevole
In esilio da me 2016 Kimerik
Nella clessidra del cuore 2017 Rupe Mutevole
Il respiro del tempo 2018 Kubera edizioni
La brace dei ricordi 2021 Rupe Mutevole
Sono tornati i papaveri 2023 Rupe Mutevole

Saggi:
Lettere a Sofia 2022 Tomarchio editore
Essere e corpo in J. P. Sartre 2023 Rupe Mutevole

Letteratura per l’infanzia:

L’albero delle filastrocche 2018 Rupe Mutevole
Nel magico mondo di nonna Amelia 2021 Rupe Mutevole
Il Natale raccontato da nonna Amelia 2023 Rupe Mutevole
Le filastrocche del regno della fantasia 2024 Rupe Mutevole

NOTE BIOGRAFICHE

Giovanna Fracassi è nata a Vicenza da Emilio Fracassi, medico pediatra, e da Gemma Brazzarola. Il nonno, Egidio Fracassi, professore di Lettere è stato un irredentista e ha scritto numerosi saggi storici e politici ad oggi presenti nella sezione storica della Biblioteca civica di Rovereto (TN).
Giovanna, figlia unica, ha così modo, fin da piccola di vivere in un ambiente culturale molto stimolante e, crescendo, ha libero accesso alla biblioteca di famiglia. Si nutre di letture di vario genere, spaziando dai romanzi d’avventura, a quelli storici, alla poesia e ai saggi. Matura pertanto la passione per lo studio della letteratura, della filosofia, della storia, ma anche della pedagogia e della psicologia che la condurrà dapprima a conseguire il Diploma di Liceo psico-pedagogico e poi la Laurea in Lettere e filosofia presso l’Università di Padova.
Successivamente i suoi interessi culturali e umani la conducono a studiare e a conseguire varie abilitazioni all’insegnamento. Insegna così nella Scuola dell’Infanzia, nella Scuola primaria, e nella Scuola secondaria di primo e di secondo grado per la cattedra di Lettere. Ottiene inoltre l’abilitazione all’insegnamento della religione cattolica, la specializzazione per l’utilizzo del metodo d’insegnamento Braille, un master in Cinema, teatro e spettacolo, un master in Counseling.
Parallelamente alla professione di docente di Lettere, ha coltivato la passione della scrittura. Autrice poliedrica si interessa di filosofia, di letteratura, di storia, di fotografia, filmografia, musica e storia dell’arte. Passioni che nutre viaggiando in Italia, in Europa e in Russia.