EMANUELA STIEVANO: DOROTHY – Scritturaviva – La Voce del Recensore

EMANUELA STIEVANO: DOROTHY – PROFUMI E SUONI LONTANI DI PROVENZA
GENERE: ROMANZO
RECENSIONE

«La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario», Albert Einstein.
«La buona arte è quella che ti lascia entrare da tante angolazioni diverse e uscire con tante prospettive diverse», Mary Schmich.


È una storia coinvolgente quella che ci racconta Emanuela Stievano con il suo libro Dorothy – Profumi e suoni lontani di Provenza (Youcanprint, anno di pubblicazione 2022, pagg. 270). In realtà è la figlia di Dorothy, Isabelle, a raccontare di sua madre, nata in Germania all’inizio del ’900. Intrighi, sotterfugi e scenari sempre nuovi si presentano con dinamicità sotto gli occhi del lettore. La penna garbata e sicura dell’autrice descrive le vicissitudini della protagonista dall’infanzia all’adolescenza e al suo affacciarsi all’età adulta. La vita di Dorothy fino all’età di dieci anni appare tranquilla, poiché la bambina, nonostante l’assenza della madre venuta a mancare nel darla alla luce, cresce con le attenzioni di chi fa parte del suo quotidiano; in particolare Ursula, la cuoca, che considera Dorothy come se fosse sua figlia. A riempire le giornate della piccola ci sono anche Anselma, la sua insegnante (il padre di Dorothy ha deciso per gli studi privati) e Egon il maestro di violino. Dorothy eredita la passione per il violino e per la musica da suo padre Frederick, affermato violinista, uomo freddo e taciturno. Figura importante per la protagonista è senza dubbio la zia Anna, brava artista, appassionata di pittura, che la riempie di affetto e di regali quando periodicamente va a trovarla, allietando le sue giornate e quelle dell’intera casa.
Dopo il decimo compleanno purtroppo però la vita di Dorothy peggiora inesorabilmente, poiché si trova presto a fare i conti con la nuova moglie del padre, Fedosia – cantante lirica che per via di un problema alle corde vocali aveva dovuto interrompere la sua carriera – donna severa, fredda, calcolatrice e dal passato oscuro. Una volta entrata in casa, Fedosia stravolge tutto, arrivando persino a far licenziare Ursula, punto di riferimento stabile per la piccola. Al suo posto viene assunta Olga, amica e alleata di Fedosia. Frederick diviene completamente succube della nuova moglie, fino al punto di credere a lei, che accusa la piccola di essere incline al peccato, e non a sua figlia e al malessere di quest’ultima che viene maltrattata, mortificata, punita ingiustamente, e alla quale viene impedito addirittura di suonare il violino, attività artistica vitale per Dorothy.
A un certo punto accade qualcosa di eclatante che fa ravvedere Frederick, il quale decide di far partire sua figlia con la zia Anna, sorella di lui. Da questo momento in poi il romanzo si apre a nuovi scenari, coinvolgendo diversi personaggi. La penna dell’autrice è delicata e scorrevole quando serve, forte e immersiva quando è necessario; tuttavia, più che dai sentimenti e dalle riflessioni dei personaggi come per le opere precedenti della Stievano, la storia dà particolarmente rilievo agli eventi. Sono poche le introspezioni, e i fatti sembrano dettare le regole fondamentali dei giochi. Brava l’autrice nel delineare distintamente i due filoni del racconto: quello di Francoforte dove vive il padre di Dorothy e quello di Provenza dove invece si dipanano la vita della ragazza e quella della zia, attorno alle quali ruotano altri personaggi. La Stievano riesce a imbastire una storia convincente e verosimile, richiamando tuttavia alla memoria figure storiche di matrigne cattive delle fiabe, come quelle di Biancaneve e Cenerentola, con tutti i risvolti che tali presenze oscure e ingombranti possono avere sui protagonisti. Ma la differenza è che in questo racconto ognuno avrà la possibilità di redimersi, poiché la vita offre sempre una seconda alternativa. Errare è umano ma cambiare è necessario; tutto dipende dalle decisioni che si prendono… E i personaggi della storia raccontata dalla Stievano potranno prendere la via della saggezza.
L’autrice ci invita a riflettere su come dense esperienze pregresse possano essere responsabili di comportamenti negativi e ostinati, e su quanto le passioni artistiche racchiudano il senso e la verità dell’esistenza. Non poteva mancare la storia d’amore tra Dorothy e Gabriel, anche se non è l’unica a essere raccontata nelle pagine, che non sarà per nulla semplice in quanto osteggiata da chi, con la mania del controllo e del desiderio di piegare gli eventi ai suoi voleri, farà di tutto per sabotarla. L’autrice ci regala un epilogo interessante e per niente scontato, facendo riemergere la dolce voce narrante, quella di Isabelle, figlia di Dorothy, appunto, la cui realtà chiude il cerchio di una storia e ne apre un altro caratterizzato da quegli insegnamenti che sua madre le ha lasciato: l’amore per la musica, per la vita, il valore delle cose, l’ascolto del cuore per conoscere la verità.

Francesca Autieri

INTERVISTA

Cosa l’ha spinta a scrivere quest’opera?

​Mi aveva incuriosito il tema per un racconto breve abbinato a un concorso letterario che si basava sui “sette peccati capitali”.​ Non avevo mai riflettuto su queste tematiche e non avevo idee al riguardo. Ciò nonostante, ci pensavo. Alcuni giorni dopo, mentre facevo una passeggiata in solitaria, qualcosa è scattato nella mia mente perché ancora prima di tornare a casa, un abbozzo di trama era già nella mia testa. Non partecipai a quel concorso letterario, ma quel giorno diedi vita al mio quinto romanzo.

Si è ispirata a qualcuno in particolare delineando il personaggio di Dorothy?

​No. I miei personaggi nascono tutti dalla mia immaginazione perciò anche Dorothy è di pura fantasia.

Qual è il messaggio più significativo che ha voluto far emergere?

​Un messaggio di speranza, di cambiamento, di rinascita, ma anche di pazienza e perseveranza. Questo è ciò che mi hanno insegnato soprattutto i miei personaggi femminili. Dobbiamo tener conto del contesto storico in cui è ambientato il romanzo. Siamo negli anni venti del novecento.​ Oltre alla mia protagonista Dorothy, che pur nella sua fragilità è riuscita a emergere, penso a Margot che desiderava uscire da un cliché​ già confezionato apposta per lei per vivere la vita che desiderava andando contro la sua famiglia. O ad Anna che nonostante fosse più che benestante, ricercava nell’arte, in particolar modo nella pittura, il senso della sua esistenza. È stato interessante incontrare tutte queste donne e ognuna a suo modo ha contribuito a darmi una speranza per il futuro. Ancora una volta ho capito che dietro a determinati comportamenti, c’è molto più di un semplice e frettoloso giudizio. Brigitte, donna all’apparenza frivola ed egoista, alla fine riesce a sorprendere per essere stata capace di tornare sui suoi passi. E poi c’è Gloria. Il suo ruolo di amante, potrebbe apparire discutibile e scomodo, invece è stato un esempio di maturità, pazienza e saggezza.

Ci sono anche personaggi negativi come quelli di Fedosia e Olga, due donne dalla personalità ambigua.​ Il loro è un modello in cui emerge premeditazione e cattiveria e dove la parola pentimento non si evince. Sono in netto contrasto con chi ha dimostrato di avere un animo più disposto alla crescita interiore, ​ una qualità ​ necessaria per arrivare alla propria verità.

Concludo questa carrellata di personaggi femminili con Isabelle, la mia narratrice, colei che ha portato alla luce la storia di Dorothy, sua madre. Il suo è un messaggio di amore filiale incondizionato, un amore ancora vivo nonostante l’inclemenza del tempo che passa.

​A proposito del suo libro…

​Ogni volta che concludo​ la stesura di un romanzo, sento di essermi arricchita di qualcosa che prima non avevo. Esplorare dei territori, sia pur virtualmente, mi emoziona sempre. Questa volta sono partita da Francoforte in Germania. Siamo nei primi anni del novecento, i cosiddetti anni ruggenti. Ho cercato di immergermi letteralmente in quel tempo. Sì, perché quando scrivo, io sono là assieme ai miei personaggi. Da una Germania poco soleggiata, Dorothy scopre a quindici anni un altro tipo di ambiente. Grazie a zia Anna, farà un lungo viaggio in treno verso la Francia. Ma se Parigi la travolge con la sua magnificenza, di Aix-en-Provence si innamora. Sono complici I fiori, la lavanda, il clima piacevole, nonché un violino suonato da un bel giovane francese.​ Quel mondo che fino a quel momento le è sconosciuto, diventa vitale per lei, una colonna sonora incredibilmente piacevole. Ma un mondo fatato, a volte può riservare delle insidie e queste non mancano nel mio romanzo.

Come sempre, i miei personaggi mi guidano attraverso gli avvenimenti che li riguardano. E così, Dorothy decide di seguire suo padre in America, in una città grande come New York che, col tempo, imparerà ad amare.

Le storie che racconto sono ispirate solo dalla mia immaginazione, ma le situazioni che descrivo, possono accadere realmente, per questo spesso mi chiedo cosa farei io se mi trovassi in situazioni analoghe a quelle dei miei personaggi.

Queste considerazioni​ mi aiutano a riflettere. Mi spingono ad approfondire me stessa e a dare un valore aggiunto al mio lavoro.

​Ha in cantiere qualche altro lavoro letterario?

​Sì, in questo momento sto scrivendo un nuovo romanzo, ma altri due sono terminati e in fase di editing.​

BIOGRAFIA

Emanuela Stievano è nata a Venezia nel 1961
Da quando legge il suo primo romanzo “Bonjour Tristesse” di Françoise Sagan, la sua passione per i romanzi non si è più interrotta. Verso il finire degli anni novanta del secolo scorso, si dedica alla scrittura. Il risultato è una serie di brevi racconti che la appassionano così tanto, da provare a iscriversi a un concorso letterario. Il racconto: “Una cena quasi perfetta” arriva tra i finalisti e successivamente viene inserito nel suo primo libro: “Castelli di sabbia – racconti brevi” pubblicato nel 2003 da Montedit nella collana “le schegge d’oro”. Dopo alcuni anni e un numero considerevole di racconti, decide di iniziare un nuovo progetto: un romanzo che dia risalto e faccia conoscere un’altra sua grande passione: il mondo degli aquiloni acrobatici, così nel 2015 esce, pubblicato da Youcanprint: “Io Volo” un must per tutti gli appassionati e non. Da allora i romanzi sono diventati cinque più un libro di fiabe. Altre bozze sono in lavorazione. Il suo motto è: “L’immaginazione è il mio film preferito”

Romanzi pubblicati con YOUCANPRINT:
“Io Volo” 2015
“Con il cuore a Norwich” 2018
“A come Aquilone”(fiabe) 2018
“Il cielo blu di Tel Aviv” 2021
“Silvia” 2021
“Dorothy Profumi e suoni lontani di Provenza” 2022

Finalista nei seguenti concorsi letterari:

Premio letterario internazionale Jaques Prévert 2004
“Una cena quasi perfetta”

Premio O.R.S.A. VENEZIA 2020
“Nell’attesa ti racconto”

Scrivendo Natale 2020
“Natale dagli Harris”

Racconti dal Veneto 2020
“Attorno a un piano”

Contatti:

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Sito
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