PATRIZIA FUSARO: CALABRIA NERA – BACIAMO LE MANI NON PERDONA MAI – Scritturaviva – La Voce del Recensore

PATRIZIA FUSARO: CALABRIA NERA – BACIAMO LE MANI NON PERDONA MAI

GENERE: MISTO (RACCONTI E RIFLESSIONI) RECENSIONE

Calabria nera (Edizioni Booksprint, pag. 210, anno di pubblicazione 2022) è il titolo del nuovo libro di Patrizia Fusaro. L’opera contiene racconti sulla malavita e una sezione dedicata alle riflessioni. I racconti sembrano essere proprio un monito, indirizzato soprattutto ai giovani e finalizzato a metterli in guardia dai pericoli nei quali si può incorrere imboccando strade sbagliare. La stessa autrice nella prefazione all’opera scrive di aver ideato questo libro con l’intento di dare un forte messaggio ai quei ragazzi che essendo cresciuti in famiglie problematiche, disfunzionali, e prendendo strade non oneste possono rovinare la propria esistenza e quella dei propri cari e, nei casi peggiori, perdere addirittura la vita. Un messaggio importante per tutti quei giovani che inseguendo il sogno dei facili guadagni finiscono per rimanere imbrigliati nella rete della malavita, dove si sa che, esistendo un codice d’onore e di rispetto che richiede completa obbedienza e devozione al capo, non si possono commettere mancanze; pena forti e drammatiche ritorsioni.
Anche se quando si parla di malavita organizzata si è soliti pensare alla Calabria – dove l’autrice ambienta i suoi racconti – e alla Sicilia, e quindi rispettivamente alla ’ndrangheta e alla mafia, sappiamo bene che le organizzazioni criminali sono dovunque, e all’interno vigono, purtroppo, le stesse “leggi”. Una volta entrati in quelle organizzazioni non se ne esce, e chi tenta di farlo non ha più una vita normale poiché sa che improvvisamente, dietro l’angolo, può spuntare qualcuno intenzionato a “regolare i conti”, essendo l’abbandono dell’organizzazione considerato un tradimento, uno sgarbo. Purtroppo la nostra società capitalistica che insegue il benessere a tutti i costi, creando bisogni effimeri, spesso rinforza nei giovani l’idea dell’apparire e dell’avere a scapito dell’essere. In questo modo i valori morali vengono soppiantati da quelli materiali. I giovani facilmente influenzabili dai mass media, risultando parecchio sensibili alle proposte da questi presentate, diventano preda di un sistema e di un modo di pensare distorto e fuorviante. Nella nostra società, ormai passa il messaggio che la persona che conta è quella che ha denaro e potere. È questa concezione che spinge sovente i giovani a cercare scorciatoie per ottenere con facilità ciò che desiderano. L’impegno, il sacrificio, la pazienza nella nostra società sembrano appartenere alla fascia dei deboli, dei falliti, degli ultimi, degli sconfitti. Ecco così che i valori, quelli che fanno umana la persona, vengono dimenticati. Il rispetto per dei principi etici e morali diventa solo un fardello di cui disfarsi. Perché preoccuparsi di seguire le regole con comportamenti corretti quando vi è un altro modo di ottenere tutto e subito senza alcuna fatica? Soprattutto nei casi in cui i ragazzi provengono da famiglie anaffettive, indifferenti, noncuranti del loro presente e futuro, divergere diventa quasi la regola. I giovani cercano asilo in altre “famiglie” pensando di poter avere una vita migliore, e invece si trovano a fare i conti con realtà drammatiche che possono portare alla più totale disperazione, come accade al protagonista del racconto, Pinuccio Gagliardi, che alla fine decide di togliersi la vita. Realtà drammatiche che non possono lasciare indifferente chi si occupa di educazione, di trasmissione di valori, e che dovrebbero portare a riflettere sulla responsabilità di ogni servizio elargito dalla nostra società, dalla comunicazione, alla politica, all’assistenza, alla cultura. Una società che funziona a dovere e che fornisce ai suoi cittadini ciò di cui necessita è il più grosso deterrente alla devianza giovanile. Purtroppo viviamo in una realtà di deriva esistenziale in cui spesso viene beffeggiato il saggio e difeso il criminale. La società odierna sembra aver smarrito la direzione.
Tutte le opere della Fusaro fanno riflettere su questioni molto delicate e importanti che non riguardano solo il singolo individuo ma che coinvolgono ognuno di noi.
Per alleggerire le descrizioni drammatiche e cruente dei suoi racconti, l’autrice è solita porre alla fine delle sue opere una sezione dedicata alle poesie e alle riflessioni personali che denotano una grande sensibilità e delicatezza sia nell’esperire gli avvenimenti personali sia nel modo di osservare il mondo circostante. La sua è sicuramente una penna fervida. La scrittura per l’autrice è allo stesso tempo valvola di sfogo e necessità di raccontarsi. I componimenti sono interessanti e coinvolgenti; tuttavia i testi richiederebbero di essere attenzionati da professionisti poiché purtroppo la forma è spesso trascurata.

Marisa Francavilla