PATRIZIA FUSARO: BRANCO IL VOLTO DEL MALE – PENSANDO ALLE ROCCE – Scritturaviva – La Voce del Recensore

PATRIZIA FUSARO: BRANCO, IL VOLTO DEL MALE – PENSANDO ALLE ROCCE
GENERE: MISTO
RECENSIONE

«A scuola mi chiesero cosa volessi diventare da grande, risposi “felice”. Mi dissero che non avevo capito l’esercizio e io dissi loro che non avevano capito la vita.» (John Lennon)

La prolifica penna di Patrizia Fusaro torna a far parlare di sé. La sua nuova opera s’intitola Branco, il volto del male – Pensando alle rocce (Booksprint edizioni, anno di pubblicazione 2023, pagg. 192). Per quanto tutti gli scritti della Fusaro richiederebbero di essere attenzionati da editor professionisti, il merito dell’autrice risiede senza ombra di dubbio nella sua fervida fantasia. La capacità di creare storie e soggetti così disparati, di essere fredda e spietata nella descrizione di certe scene e subito dopo dolce e accogliente sono caratteristiche che la contraddistinguono in tutte le sue produzioni. È come se l’autrice tenesse sempre ben presente le due facce della nostra società: quella dove è il male a fare da padrone e quella in cui invece il bene riesce a trionfare; nel suo caso attraverso la narrazione di racconti e favole che hanno spesso come protagonisti simpatici animali che si aiutano e si sostengono per il raggiungimento di un determinato scopo. Ed è proprio questo un punto importante che emerge in tutte le opere della Fusaro: gli uomini, benché dotati di ragione, difficilmente riescono a collaborare e a essere solidali tra loro come invece risulta facile per gli animali. Inoltre esistono purtroppo alcuni uomini che non solo non collaborano ma riescono a essere anche spietati e freddi assassini, come se la forza oscura del male avesse completamente annientato in loro ogni barlume di coscienza e di buon senso. Ed è quello che accade a Branco, il protagonista della prima storia (l’opera della Fusaro in realtà è variegata in quanto contiene un romanzo, diversi racconti, alcuni aforismi e una poesia) che si lascia trascinare nella spirale della malavita divenendo insensibile e cinico. E tuttavia, nonostante la crudezza degli eventi narrati, emerge forte un messaggio sull’importanza della vita, sulla sua sacralità, sulla necessità di viverla al meglio, senza sprecarne un attimo, cogliendone la bellezza in tutti i suoi aspetti. Anche se le storie sulla malavita della Fusaro sono ambientate in zone dove vivere risulta difficile e nelle quali la fortuna o sfortuna giocano un ruolo determinante, appare chiaro che l’intenzione dell’autrice è quella di mettere in guardia sulla pericolosità di intraprendere strade sbagliate, dalle quali è difficile se non impossibile tornare indietro. Entrare a far parte di un clan, sottostare a delle regole e a codici di comportamento significa consegnare la propria vita e quella dei propri cari nelle mani di persone spietate. Ed è proprio il modo in cui l’autrice conclude le sue storie a fare da insegnamento: la vita è un dono, il bene più prezioso che abbiamo e dobbiamo difenderlo a tutti i costi, poiché nel momento in cui la consegniamo nelle mani di altri, perdiamo la nostra libertà e la stessa vita, proprio come accade a Branco, e a Carlo Santella il protagonista della seconda storia che l’autrice intitola O scannatore qui comando io, la mafia sono io. E anche se questa volta non siamo in Calabria, in Sicilia o a Napoli dove solitamente vengono ambientati i racconti sulla malavita, benché in realtà sappiamo che essa è ovunque (il protagonista è originario di Torino), i risvolti e le conseguenze sono sempre quelli tristemente noti. Le scene cruente che la Fusaro descrive con estrema immediatezza in grado di scuotere anche il lettore più affezionato ai generi forti, per fortuna lasciano il posto alla bellezza delle favole e dei racconti che ci catapultano in un mondo incantato, lontano mille miglia da quella violenza che l’autrice è così brava a “lanciare” addosso a chi si immerge nella narrazione delle sue storie sulla malavita. Ma la ciliegina sulla torta ritengo siano gli aforismi che spesso l’autrice pone, di consuetudine, a conclusione delle sue opere; quasi a voler rassicurare il lettore della sua buona indole, “riscattandosi” così dalla brutalità di particolari scene di feroce violenza descritte. Ed ecco così che ci si può adagiare sulle riflessioni sul senso della vita, almeno di quello personale dell’autrice che tende a concentrarsi sui concetti di libertà di espressione, rispetto, educazione, originalità, bontà, autenticità. Sono pensieri profondi che concedono attimi di serenità attraverso i quali il lettore come per magia dimentica ciò che ha letto qualche pagina prima. Il mondo sembra quindi tornare alla quiete, a quei valori sui quali l’autrice non solo scrive ma nei quali spera che l’intera umanità possa ancora credere e convertirsi, perché senza la bellezza, intesa nel suo significato più alto, e la bontà, nelle quali risiede il segreto della felicità, nulla ha senso, e il mondo è destinato a perdersi definitivamente.

Francesca Autieri

L’AUTRICE SI RACCONTA

Mi chiamo Patrizia Fusaro – nome d’arte Resistence – sono autrice di poesie, aforismi, romanzi (thriller, horror, gialli storie di mafia, storie per bambini). Ho scritto il mio romanzo Branco il volto del male per lanciare un messaggio ai miei giovani lettori, che per alcune circostanze sfortune della loro vita decidono di entrare a fare parte della brutta realtà della malavita.
Chi entra a fare parte della malavita prima o poi farà una brutta fine, proprio come il protagonista​ del mio romanzo Branco, il mio personaggio inventato, frutto della mia fantasia.
Nel mio libro Branco il volto del male, sono contenute anche altre storie di fantasia. La mia creatività rispecchia la mia anima, il mio carattere: dolce e ribelle, sempre pronto a sfidare​ la vita superando molto spesso i miei limiti. Ho inoltre scritto poesie e aforismi, lunghe riflessioni che faccio spesso osservando la bellezza del mondo.

Per l’acquisto del libro:

https://www.booksprintedizioni.it/libro/racconti-brevi/ebook-branco-il-volto-del-male