* La Voce del Recensore – ANGELA ASTOLFI: DAL NIDO AL VOLO – QUANDO L’AMORE FA RINASCERE

GENERE: ROMANZO/DOCUMENTO/SAGGIO

RECENSIONE

Quello degli esposti, dei trovatelli, dell’infanzia abbandonata o che dir si voglia, è un problema antico che in Italia a partire dagli ultimi trent’anni del Settecento ha assunto dimensioni enormi, soprattutto nel mondo degli emarginati, tra poveri e vagabondi. Nel passato, ignoranza e miseria erano le cause più accreditate nel fenomeno dell’esposizione. Nel 1869 la percentuale più alta di esposizioni si riscontrava in Sicilia – dove in ogni paese vi era una ruota per accogliere gli esposti – seguita dall’Umbria e dalla Calabria. Se da una parte la ruota consentiva una maggiore sopravvivenza degli esposti, dall’altra rappresentava un incentivo all’abbandono. (Dati riportati in Nati e abbandonati. Aspetti demografici e sociali dell’infanzia abbandonata in Italia nell’età moderna, di Giovanna Da Molin, Cacucci editore). Ancora oggi, nonostante le diverse campagne, tante, troppe, sono le donne che decidono di abbandonare il proprio figlio al momento della nascita. Questo è quanto si evince dall’ultimo rapporto sulla condizione dei bambini non riconosciuti alla nascita dalla Fondazione Francesca Rava. A parte il disagio psichico e sociale, la paura di perdere il posto di lavoro, i problemi economici, l’obbligo da parte di terze persone e la violenza, altre due cause rilevanti dell’abbandono sono senza dubbio il timore di uno scandalo delle giovani donne di buona famiglia che vogliono mantenere segreta la loro gravidanza e maternità o, nel caso di bambini con disabilità, il timore di non essere all’altezza di gestire una situazione impegnativa e ignota, soprattutto là dove gli aiuti sociali sono scarsi o addirittura inesistenti. Se l’abbandono è una esperienza terribile per i bambini normali, per quelli con problemi comportamentali e per i diversamente abili lo è di certo ancora di più. Inoltre i diversamente abili collocati nelle strutture d’accoglienza non sono quasi mai presi in considerazione da chi eventualmente fosse interessato all’affido o all’adozione. Fortunatamente esistono le eccezioni che confermano la regola (in Italia è famoso il caso di Luca Trapanese che ha adottato Alba, una meravigliosa bambina affetta dalla sindrome di Down). A parlarci di un’altra eccezione è l’autrice Angela M. Astolfi con il suo libro intitolato Dal nido al volo. Quando l’amore fa rinascere (Independently published, anno di pubblicazione 2022, pagg. 152), un romanzo ispirato a una storia vera che narra le vicende di Fabrizio, un bambino con problemi comportamentali il quale viene affidato a una coppia speciale. Una storia commovente che testimonia come l’affido possa trasformarsi in una grande opportunità per un ragazzino che a causa dell’abbandono e dei suoi problemi comportamentali rischiava di essere condannato a un destino di assenza d’amore, di incomprensione e solitudine, in una struttura che nulla faceva per aiutarlo ed educarlo come necessitava.

Fabrizio inizia a rinascere all’età di 12 anni quando “suo padre” recandosi nella struttura, con pochi gesti e semplici parole, riesce a infondere nel ragazzino quella calma, quella sicurezza e quell’amore di cui tanto aveva bisogno. Se è vero che i figli non “appartengono” a chi li genera, è altrettanto vero che non sono nemmeno di chi li ospita in una struttura. Non ho volontariamente usato il termine accoglienza in quanto in esso è già insito il concetto di una affettuosa disponibilità. Nel caso presentato in questo libro, la struttura non solo non risulta idonea alle esigenze di Fabrizio, ma è anche responsabile di discutibili azioni verbali (derisione, svalutazioni) e fisiche nei suoi confronti che non risolvono i suoi problemi comportamentali, anzi li acutizzano. Anche se non si può generalizzare, poiché sicuramente esistono strutture idonee non soltanto alla prima accoglienza ma anche all’educazione mirata e diversa a seconda del soggetto che la riceve, con personale altamente qualificato, importanti studi hanno ampiamente dimostrano che un ambiente quanto più possibile simile a quello familiare con poche ma importanti figure di riferimento gioca un ruolo determinante per il successo educativo. Il percorso di Fabrizio sotto le cure e le attenzioni dei suoi genitori affidatari, benché non facile e impegnativo, dimostra come alla base di qualsiasi intervento educativo debba esserci necessariamente l’amore. Solo l’amore consente una giusta osservazione dei problemi dell’educando; l’ascolto, la comprensione, la pazienza e la messa in pratica di interventi sono finalizzati a sedare eccessi comportamentali ma anche a infondere quella fiducia, quella sicurezza e stima di sé che in Fabrizio risultano determinanti per la risoluzione dei suoi conflitti interiori e indispensabili per trovare un senso e un perché alla sua esistenza. Non è un luogo comune la frase: l’amore fa miracoli. Questo libro, che per la sperimentazione sul campo degli adulti protagonisti può considerarsi a tutti gli effetti anche un saggio, ne è la dimostrazione. Così come non si nasce genitori ma ci si sperimenta giorno per giorno, allo stesso modo non si nasce educatori ma lo si diviene con l’esperienza, anche se nessun intervento educativo potrà mai dare risultati positivi senza l’amore e la predisposizione empatica che consentono di accogliere in toto l’essere dell’educando. Quali strategie educative metteranno in pratica i genitori affidatari di Fabrizio? In che modo Fabrizio diventerà parte integrante della famiglia? Quali progressi riuscirà a compiere? Sarà in grado di riuscire a trovare il suo “posto nel mondo”? Lo scoprirete leggendo queste intense pagine di vita che la Astolfi ha magistralmente raccontato.

Federica Girotti

INTERVISTA

Come nasce l’idea di questo libro?

L’idea di questo libro nasce dalla conoscenza diretta dei protagonisti e dall’impulso immediato di desiderare di divulgarla per la singolarità dell’esperienza (un pluriaffido sui generis) e per la positività che ho potuto constatare… un vero e proprio riscatto sociale e affettivo in tutti gli ambiti di ragazzi con varie difficoltà e/ o disabilità che, altrimenti, erano condannati ad avere un destino crudele di isolamento e deprivazione negli istituti.

Quanto, secondo lei, ancora c’è da fare per la formazione di educatori in grado di rispondere efficacemente alle varie esigenge educative?

La formazione è fondamentale ma anche l’accoglienza empatica. Quanto è d’accordo con questa affermazione?

Purtroppo in Italia ancora siano lontani da una effettiva integrazione e inclusione. Abbiamo la legge 104 che è effettivamente valida, ma, spesso, nella pratica i diritti dei disabili non vengono ottemperati. Le norme sono alquanto farraginose per le famiglie e poi anche per chi desidera prendersi cura con l’affido o l’adozione. C’è bisogno di una formazione a “tutto tondo” in primis “lezioni di empatia” per sintonizzarsi sulla stessa frequenza di questi ragazzi speciali che, talvolta, (come il protagonista del libro) adottano comportamenti aggressivi e “fuori dalle righe” che non vengono compresi e, ahimè’, si ricorre ai farmaci con estrema facilità, invece che affiancare con operatori ad hoc, scevri da stereotipi pregoudizievoli.

L’autonomia dei protagonisti del libro è arrivata proprio perché chi li ha guidati ci ha creduto e ha “osato” con professionalità e perseveranza, dimostrando che per ognuno ci può essere una via è un riscatto. La mia speranza, pubblicando questo libero, è di arrivare a raggiungere il cuore e la sensibilità di tutti per aprire una finestra su un mondo sommerso ancora e poco conosciuto. Occorre rivedere la normativa, snellire la burocrazia, fidarsi di più e incentivare le persone che desiderano chieder l’affido o l’adozione.

Quali consigli darebbe a chi volesse adottare bambini con problemi comportamentali?

Il consiglio è quello di interrogarsi sul perché lo si fa… spesso c’è alla base un discorso egoistico; invece il presupposto è il desiderio di offrire all’altro amore incondizionato senza alcuna aspettativa di ricambio, il puro desiderio di provare a condividere la propria fortuna e la soddisfazione di vedere la gioia negli occhi di questi ragazzi. Purtroppo, la sofferenza interiore disarma, crea paura e l’attacco è la sola arma di difesa. Chi ha “problemi comportamentali” spesso sembra un animaletto selvatico impaurito che attira l’attenzione nell’unico modo che conosce. È qualcuno che non sa cosa significhi essere amato e va trattato gradualmente, con pazienza, amore, ma anche con fermezza e nervi saldi.

Ha in cantiere qualche altro lavoro scrittorio?

Ho in cantiere un libro che sto ultimando, una storia di resilienza, forza e coraggio di una donna che le rappresenta tutte e poi un’esperienza didattica con gli adolescenti e le psicofiabe.

L’AUTRICE SI RACCONTA

Mi chiamo Angela Maris Astolfi, sono una prof. Di lettere e insegno al Liceo Machiavelli a Firenze. Ho pubblicato una raccolta di poesie e una fiaba “Raggio di luna, il segreto del sentiero misterioso”.

“Dal nido al volo. Quando l’amore fa rinascere” e acquistabile dal seguente link:

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