FABIANO PINI: CARO DIARIO – Scritturaviva – La Voce del Recensore

FABIANO PINI: CARO DIARIO

GENERE: NARRATIVA (ROMANZO IN FORMA DI DIARIO)

RECENSIONE

Benché tenere un diario sia una pratica diffusa tra teenager e adolescenti – considerando che il periodo adolescenziale in Italia va oltre i 19 anni –, almeno quelli di un tempo, quando la tecnologia, o meglio, l’uso che se ne fa di essa non aveva ancora annichilito gli ultimi neuroni “dissidenti”, leggere l’opera Caro diario… (Casa Editrice Nep Edizioni, anno di pubblicazione 2023, pagg. 152) dell’autore Fabiano Pini fa venir voglia, anche a chi ha ormai superato la critica fase adolescenziale, di iniziare a scriverne uno. I motivi potrebbero essere tanti, ma il più importante è racchiuso in quella famosa frase “gnōthi seautón” posta all’entrata del tempio dell’oracolo del dio Apollo a Delfi e che significa conosci te stesso. Ed è fondamentalmente per questo – conoscere se stesso per vivere meglio la propria vita – che a Roberto, ragazzo alle prese con i timori tipici dell’età che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, servirà raccontare delle sue giornate, delle emozioni, delle decisioni e di tutti quei cambiamenti sociali che avranno ripercussioni sulla sua vita.
Ciò che attrae di questo diario non è solo la semplicità e la schiettezza del linguaggio utilizzato, al quale chi ha avuto il piacere di leggere le precedenti opere dell’autore sarà abituato, ma soprattutto quel ciclone di emozioni che investe il lettore nel sentirsi “simile” al protagonista delle vicende e nel rievocare o paragonare il proprio passato a quello di Roberto – almeno per chi ha vissuto l’adolescenza e il periodo universitario a partire dalla fine degli anni novanta quando la vita era relativamente semplice e le relazioni avvenivano ancora in presenza e non dietro uno schermo come purtroppo sovente accade ora –, quando c’era la cosiddetta comitiva di amici, il punto di ritrovo che poteva essere un locale o una piazza e ci si accordava per organizzare le feste e discorrere di tutto ciò che era tipico di quell’età. Ognuno di noi può essere quel Roberto che l’autore descrive: semplice ma al contempo complesso, con il timore di non essere all’altezza delle situazioni e di sbagliare; sensazioni, tipiche non solo di una età di transizione, che accompagnano l’essere umano, anche se con intensità e modalità diverse, durante tutto l’arco della vita. L’errore che spesso si commette, infatti, in giovane età è quello di pensare di essere i soli ad avere timori, a non sentirsi abbastanza capaci nel far fronte alle sfide che la vita ci riserva. Col senno di poi, quando si raggiunge la maturità, magari ci si volta indietro con un sorriso di tenerezza. Ed è proprio il sentimento di tenerezza che accompagna il lettore scorrendo le pagine del diario nel quale Roberto, il protagonista, narra delle sue vicende sentimentali (la fine di una storia e la conoscenza di Patrizia), di quelle personali (l’ambito affettivo familiare) e di quelle concernenti gli studi e la prospettiva lavorativa. Il diario ricopre la transizione che va dal 1999 al 2000, periodo in cui il giovane protagonista vive inizialmente un momento di crisi legato alla fine di una relazione sentimentale e ai dubbi relativi alla scelta del percorso universitario.
Ma tutto ciò che investe il protagonista accade maggiormente nel periodo in cui il diario non viene scritto dato che la penultima confidenza riporta la data del 16 gennaio 2000, mentre l’ultima risale al 2021. In realtà Roberto decide di iniziare a scrivere il diario dietro consiglio della sua amica psicologa, Cristina, per cercare di superare la sua paura di sbagliare, interrompendo allorquando prende sicurezza ed è investito dalla velocità e dinamicità di una vita che lo impegna totalmente, per poi riprendere a scriverlo vent’anni dopo, in seguito a un piccolo infortunio. Ecco che il diario si manifesta in tutta la sua funzione terapeutica, come quando si decide di rivolgersi a un professionista nei momenti di difficoltà, per poi abbandonarlo quando la vita torna a scorrere velocemente. Paradossalmente però l’intensità della vita e la crescita interiore sono inversamente proporzionali alla velocità dei cambiamenti sociali ai quali dobbiamo, volenti o nolenti, adattarci. Nel momento in cui capita un inghippo, si torna a ricercare noi stessi nell’autenticità del nostro essere, attraverso la scrittura e il racconto di noi a un amico immaginario.
Il diario che ci propone Fabiano Pini è il racconto di una vita che scorre, quella di un bravo ragazzo, magari anche fortunato, che potrebbe essere quella di chiunque ma che risulta originale per la modalità in cui l’autore la narra. Qualcuno si rivedrà nei primi tentativi di approccio all’altro sesso, altri in quella complicità familiare che rappresenta per un adolescente un punto fermo, o nel rammarico di non essere stato così fortunato da poterla sperimentare, altri ancora nella leggiadria di quegli anni in cui i pensieri erano circoscritti alla vita sentimentale e alla necessità di costruire un proprio percorso per un futuro lavorativo. Pur trattandosi di un’argomentazione poco impegnativa, lo scrittore riesce a far emergere significati e verità importanti. Ma soprattutto la trovata dell’autore, in riferimento al genere, risulta vincente perché è un ragazzo a scrivere un diario. E, considerando che la cultura sessista vede tale pratica più conforme al genere femminile, è una impresa coraggiosa. In realtà molti nomi conosciuti come Leonardo Da Vinci, Winston Churchill, Charles Darwin, Mark Twain, Marco Aurelio, George Lucas, Ludwig Van Beethoven lo hanno già fatto in passato. In questo avvincente diario, storia personale del protagonista e fatti riguardanti gli avvenimenti sociali si intrecciano abilmente, dal Millennium Bug – che rappresenta l’input dell’interesse per l’informatica del protagonista e che lo indirizzerà verso scelte importanti – ai fatti più recenti come l’avvento dell’euro, l’attentato alle torri gemelle fino alla drammatica realtà pandemica degli ultimi anni. Caro diario… è un’opera positiva – leggendo la quale ci si diverte, si sorride, ci si commuove e si riflette – che narra il percorso di un ragazzo che, attraverso battute d’arresto, voglia di vivere, coraggio e determinazione, diventa uomo.
Fabiano Pini con quest’opera conferma ancora una volta la sua brillante versatilità.

Alessandra Ferraro

INTERVISTA
Cosa l’ha spinta a scrivere quest’opera?
Reduce della chiusura del precedente libro che mi aveva impegnato parecchio e complice la chiusura totale a causa della pandemia, avevo urgente bisogno di una scrittura più leggera, tranquilla, quasi una goliardata. Con il periodo che stavamo passando però, di tranquillità ce n’era ben poca e ascoltando una delle varie trasmissioni televisive in cui citavano anche fantomatici diari vergati da personaggi autorevoli del passato, mi è balenata l’idea di “Caro diario…”.

Un diario: una scelta singolare rispetto alle sue precedenti opere… spieghi il perché.
Come precedentemente detto, il buco nero in cui siamo stati giocoforza infilati, mi ha portato a elaborare svariati concetti di evasione mentale attraverso la scrittura… e chi meglio di un diario personale può accogliere tali pensieri. L’ambientazione e la datazione è da ricercare tra i mali minori in cui siamo incappati dall’inizio del nuovo millennio: il Millennium bag. Niente in confronto ai successivi disastri sia del 2001 con le Torri Gemelle, sia con tutti gli altri fino appunto alla Pandemia.
Il protagonista, un 23enne di belle speranze ma con una serie di problemi dovuti all’età, si è dovuto cimentare giustappunto con questo inizio di secolo, tentando di scoprire la strada della sua vita. Proprio per scoprire “se stesso” ed eliminare le varie paure che lo attanagliano, decide di scrivere il suo primo diario personale.

Qual è il messaggio più significativo che ha voluto far emergere?
Scrivere è una forte terapia d’urto per chiunque, che si abbia dei problemi di svariati tipi oppure no, da quelli di natura fisica a quelli di natura psicologica, terapia riconosciuta anche da terapeuti, psicologi e tutta una serie di addetti ai lavori ma anche a livello popolare, soprattutto del mondo femminile, le più portate da sempre nel redigere questo tipo di scritture giornaliere. Nel mondo maschile è sempre stato quasi un tabù, una cosa non da “macho”, svilente per la figura di maschio: tutto il contrario! Occorre molto coraggio per mettere nero su bianco della propria personalità, delle proprie fragilità e paure. Ammettere i propri errori davanti a “se stesso” non è cosa da poco e il “giovane uomo” soprattutto moderno, pare non avere la mentalità adatta per queste cose: peraltro, neanche per tante altre.

Ha in cantiere qualche altro lavoro letterario?
Come potrei non averne! Ormai la mia vita si divede tra il lavoro, l’aria da respirare e lo scrivere.
Ho già ultimato il seguito di “Che mondo!” un precedente testo del 2020, ho ultimato un libro con una serie di monologhi improntati sulla vita, le storture e le gioie giornaliere con le quali ci rapportiamo quotidianamente e sono in ultimazione di un nuovo thriller con un’ambientazione tutta pisana, la mia città d’origine. Ovviamente ci sono altri cantieri aperti…

Per l’acquisto dell’opera:

Link: https://www.nepedizioni.com/product/caro-diario/

CURRICULUM LETTERARIO

Fabiano Pini è pisano DOC dal 30 aprile del 1966, anno della sua nascita. Nella sua adorata città,
vive e lavora come responsabile tecnico di una ditta di impianti tecnologici con alle spalle esperienza trentennale di gestione aziendale. Appassionato di alcuni hobby impegnativi come la subacquea e il Rally, praticati assiduamente, tanto da ritenerli negli anni suoi secondi lavori. Ama cimentarsi nella scrittura fin dai tempi delle scuole dell’obbligo, scrivendo il suo primo testo di natura goliardica a sei mani, complici due compagni delle scuole superiori. Sposato, una figlia e un cane anch’essa femmina, combatte giornalmente con queste tre entità superiori per la propria esistenza, senza peraltro riuscirci!

Pubblicazioni:
Per non soccombere, ma soprattutto per colmare i grandi vuoti lasciati dal diradarsi delle attività hobbystiche, ha esordito con la scrittura nel 2012 con Pratiamente tutti gnudi sur purma!!! opera prima edita da Edizioni Il Molo. Una scrittura semplice, intensa che colpisce nel vivo dei ricordi, narrante le gesta ed episodi reali di un fanciullo che si è fatto uomo, con la naturalezza che ha contraddistinto chi li ha vissuti, in simbiosi alle amicizie più profonde. Attraverso le pagine del libro, si respira un sentimento importante difficile da coltivare: l’Amicizia.
Nel 2014 esce la sua collana per bambini Le avventure di Natalino cinque volumi scritti e disegnati editi sempre da Edizioni Il Molo, con cui passare il tempo leggendo, colorando, giocando e imparando. Totalmente imprevisto il successo riscontrato al Salone Internazionale del Libro di Torino dello stesso anno. Con buona lena, galvanizzato dai riscontri positivi e dai complimenti e buone recensioni sulle opere fin qui vergate, scrive con assiduo impegno la sua settima fatica, Una corsa per la vita pubblicato nel 2015, ancora una volta con Edizioni Il Molo. Un romanzo dalle tinte giallo rosa, dai risvolti non sempre scontati, lasciando anche i lettori più svogliati a mettere a rischio il proprio intelletto, nel fagocitare il più velocemente possibile le pagine per giungere alla fine, con l’intento di scoprire come sarebbe andata a finire la storia.
L’isola che non c’è, sempre con la Edizioni Il Molo, vede la luce nel luglio del 2018, una serie di racconti basati su storie vere che comportano un’attenta analisi di immagini di vita passata, presente e futura nelle quali si sogna, si ricorda si soffre e si ride, sperando di trovare quell’oasi di felicità tanto desiderata. Ancora una volta per la Edizioni Il Molo, esce nel luglio del 2019 Il viaggio di Jonas, una bella storia psicologicamente piccante da leggere tutta d’un fiato, dove i due protagonisti intersecano la loro storia d’amore destreggiandosi nelle rispettive vite familiari.
A febbraio del 2020 pubblica con la Casa Editrice Kimerik Che mondo!, un originale romanzo di fantapolitica ai confini della fantascienza, dove cinque defunti eccellenti osservano, commentano e tentano di porre rimedio alle brutture della vita quotidiana. A giugno del 2020, ancora con Edizioni il Molo, esce Nara, la vera storia di un’imprenditrice di successo che ha dato lustri alla Versilia. Nel novembre del 2021 nasce, con NeP Edizioni, il dodicesimo libro, Wormhole 2051 l’apertura del cosmo, un thriller fantascientifico pieno di avvenimenti che si susseguono a un ritmo sempre più frenetico. Con un ritardo non previsto causa Covid, nel 2023 esce il tredicesimo libro, Caro diario… ancora con NeP Edizioni. Attualmente è impegnato nell’editing del quattordicesimo testo, Che mondo! 2 l’evoluzione del precedente e nel terminare Il binario insanguinato un nuovo thriller di ambientazione pisana, oltre a tentare di proseguire la trilogia di Wormhole 2051. Tra i vari testi, si diletta anche nella stesura della sceneggiatura di un suo libro. Opere molto diverse tra loro così come diverse da tutte quelle fino a oggi pubblicate.
Raccoglie con enfasi nuove sfide trovando sempre spunti e idee dalla vita quotidiana, dai fatti realmente accaduti, legandoli con la fantasia al punto da non capire dove inizia una e finisce l’altra.

Collaborazioni:
Stando a stretto contatto con le Edizioni Il Molo, ne ha assorbito l’essenza collaborando fattivamente alla vita giornaliera della casa Editrice. Ha relazionato scrittori emergenti e navigati, scrivendo prefazioni e post fazioni, curando il marketing e la distribuzione, impegnandosi sempre al massimo come in ogni attività da lui svolta. Nell’orbita di un ampliamento continuo, è approdato alla scuola del pluripremiato poeta e scrittore pisano Alessandro Scarpellini con valenza nazionale e internazionale, apprendendo tecniche e metodi utili alla crescita professionale.

Presentazioni e partecipazioni:
Le presentazioni sono sempre state un punto di forza in cui si è sempre sentito a suo agio fin dal
lavoro principale. Un po’ ovunque ha incontrato critici, lettori, che sono i migliori critici, sia nella sua città sia altrove, persino nelle non vicinissime Policoro in Basilicata e Noto in Sicilia, arrivando nelle fiere e Saloni di settore.
Numerose le partecipazioni a concorsi letterari sparsi un po’ ovunque sul territorio italico; diverse le riconoscenze ricevute. Quelle che hanno destato maggiore soddisfazione e che ancora si porta dentro l’eco delle emozioni, sono diluite nel tempo a partire dal 2015, anno in cui ricevette “Encomio e gratitudine” per la poesia Mio padre al concorso Massa città fiabesca di Mare e di Marmo. Il 2016 è stato l’anno “dell’Attestato di Merito” ricevuto all’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma per la valente opera Una corsa per la vita. Nel settembre 2017 ha ritirato a Milano, la “Menzione d’Onore” al Premio Culturale Nazionale Carlo Emilio Gadda e il “Premio speciale della Critica” al Premio Letterario Massa Città Fiabesca di Mare e di Marmo, ancora una volta con l’opera Una corsa per la vita. Pochi mesi dopo l’uscita e nel novembre del 2018, L’Isola che non c’è riceve il “Diploma d’Onore con Menzione d’Encomio” al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti di Forte dei Marmi. Il 2021 è l’anno di Che mondo! che si aggiudica il Diploma d’Onore con Menzione d’Encomio al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti di Forte dei Marmi. Il 2022 è ancora l’anno di Che mondo! che si aggiudica il Premio di Merito al Premio Letterario Internazionale Montefiore di Rimini e il Diploma d’Onore con menzione d’Encomio al Premio Michelangelo Buonarroti di Forte dei Marmi per Wormhole 2051. Attualmente, vari suoi testi sono sottoposti a valutazioni in alcuni concorsi sparsi sul territorio italiano.
Scrivere è diventato linfa vitale a tal punto, che spesso dimentica il dovere primario del lavoro per
mettersi alla prova nelle stesure improvvise e capillari di cui sente il richiamo.