MARIA CONSIGLIA ALVINO: A VOLTE LA NEVE – Recensione a cura di Scrittura Viva – La Voce del Recensore

GENERE: NARRATIVA

RECENSIONE

L’incertezza fa parte della vita. Forse sarebbe più appropriato affermare che l’intera esistenza sia costellata di incertezze. C’è chi mal si predispone ai cambiamenti e all’incertezza e preferirebbe che nulla cambiasse perché solo in questo modo, nella staticità, si sente al sicuro. La verità è che la realtà è un continuo divenire, e sopravvive chi riesce a rimanere in equilibrio. Probabilmente rispetto alle generazioni passate quelle attuali, data la velocità delle trasformazioni nel tempo in cui si trovano a vivere, sono più soggette e predisposte al cambiamento; e non solo non lo temono così tanto quanto i loro genitori, ma lo rincorrono come possibilità di riscatto e realizzazione, soprattutto quando la realtà del luogo in cui vivono non offre alcuna possibilità di farsi il cosiddetto proprio posto nel mondo. “L’anonimato” del luogo natio non solo spaventa ma può anche uccidere. Il bisogno di essere indipendenti, riconosciuti, stimati, considerati per le proprie capacità è sempre la molla che spinge i giovani, soprattutto del Meridione, a cercare fortuna altrove. Allontanarsi dalle proprie radici tuttavia non rappresenta mai uno strappo indolore poiché, che lo si voglia o no, il luogo natio è sempre ciò che ci rende tali e caratterizza la nostra identità, come un segno distintivo del quale non ci si dovrebbe mai vergognare.
Ma chi è davvero un eroe? Chi parte andando alla ricerca di una nuova terra o chi rimane e lotta per affermarsi dove nasce? O ancora, chi parte ma poi decide di tornare in patria? Come si misura davvero il coraggio?
Di questo e molto altro tratta il romanzo A volte la neve (Editore Readaction, anno di pubblicazione 2022, pagg. 111) di Maria Consiglia Alvino, dalla cui lettura emergono diversi interrogativi e spunti di riflessione. Protagonisti della storia sono tre ragazzi dell’Irpinia, Chiara, Rocco e Luca, che hanno deciso, ognuno a proprio modo di fuggire dalla realtà per intraprendere quel viaggio non solo in terre lontane ma anche all’interno della propria anima alla ricerca di sé stessi. Sogni, ambizioni, smarrimento, solitudini, nostalgie, angosce, speranze, spirito di sacrificio, inadeguatezza, altruismo emergono dalle fitte pagine che l’autrice ha saputo scrivere con maestria. Il linguaggio è semplice, scorrevole, figurativo tanto che in particolare per alcune scene descritte il lettore ha l’impressione di essere lì presente, con il desiderio di intervenire e al contempo con la certezza dell’impossibilità di impedire che certi fatti avvengano. Ma il bello del suddetto romanzo, nonostante la serietà o tragicità di alcuni eventi, è proprio questo: descrizione di vite nella loro autenticità, senza fronzoli. E di certo chi ha vissuto o vive in provincia sentirà maggiormente, durante la lettura, scorrere sulla pelle quelle emozioni che caratterizzano gli stati d’animo dei protagonisti. Qualcuno si riconoscerà nei desideri di Chiara, altri nei pensieri di Rocco o nelle vicende di Luca. La neve, condizione e metafora degli scenari descritti abilmente dall’autrice, contribuisce a dare l’idea di un tempo sospeso, sempre fermo a un punto, immobile: per alcuni ritrovo e riparo, ma per altri rappresenta il timore di rimanere incagliati in ciò che una volta partiti non si riconosce più e magari spaventa. Esistono quei punti di riferimento che caratterizzano ogni paese come le piazze e i bar: ritrovi intrisi di ricordi così identici a ieri ma anche così diversi poiché diverse, dopo varie esperienze altrove, sono le persone che ci ritornano in occasione di quelle feste “comandate” come il Natale o la Pasqua che fanno sentire maggiormente l’esigenza e il desiderio di famiglia. Dei sentimenti che albergano nell’animo di chi ha provato sulla propria pelle l’esperienza della partenza e del ritorno se ne potrebbe scrivere tantissimo, e l’autrice è riuscita a concentrare il tutto in poche pagine narrando episodi incisivi e convincenti. Spaccati di vita che ritraggono realtà di sentimenti contrastanti e che tuttavia sono quelli che accomunano un po’ tutti, in quanto ognuno di noi è un viandante in questo percorso che chiamiamo vita, che ci fa provare l’ebrezza dell’amore così come il dolore delle separazioni. Filo conduttore del romanzo è l’amore nelle sue varie sfaccettature che l’autrice ha saputo rendere veritiero e coinvolgente.
Riusciranno questi giovani a trovare risposte alle loro domande, pace alle inquietudini e a vestire il coraggio delle scelte?
Non resta che immergersi in questa invitante lettura.
Un esordio narrativo decisamente riuscito.

Marisa Francavilla

INTERVISTA
Cosa rappresenta la scrittura per lei?
Per me la scrittura rappresenta semplicemente un modo di essere. È qualcosa che è sempre stata parte di me. Scrivere è ciò che mi rende felice, pur non consolandomi. Non credo al valore terapeutico della scrittura. Per me è un mezzo per comprendere e attraversare la realtà.

Cosa l’ha spinta a scrivere A volte la neve?
Ad un certo punto della mia vita mi sono fermata e ho capito che per troppo tempo avevo lasciato tacere un desiderio, quello di scrivere, che aveva sempre orientato tutte le mie scelte di studio e professionali, ma del quale, in fondo, avevo sempre avuto paura. La pandemia mi ha costretto a guardarmi dentro e a dare una forma a questa storia che covava da tempo. Ci sono dentro rabbia e amore, amicizia e opportunismo, bellezza e contraddizioni, l’Irpinia, mia terra natale, alla quale sono legata da un rapporto di odio-amore, e altri luoghi d’Europa per me importanti. Mi raccomando, però: non è un romanzo autobiografico.

Cosa ha significato scrivere questa romanzo?
Questo romanzo per me significa molto: al di là del suo valore intrinseco, per cui credo che sia il pubblico a dover giudicare, gli sono grata perché con esso ho finalmente trovato la mia voce.

Quali sono secondo lei le caratteristiche che non dovrebbero mai mancare ad uno scrittore?
Uno scrittore dovrebbe essere, secondo me, innanzitutto un buon lettore. E non dovrebbe sottomettere la ricerca linguistica alle suggestioni della trama.

A proposito del suo libro…
In breve, è la storia di Chiara, Rocco e Luca, tre ragazzi cresciuti nello stesso paese. Ognuno ne è a suo modo scappato. Chiara vive da anni a Berlino, ma è divorata dalla nostalgia. Anche Luca è andato via molto presto, per poi ritornare improvvisamente, covando un segreto. Rocco ha un mostro dentro. Ogni personaggio deve affrontare un “ritorno”, scontrandosi con sé stesso, i fantasmi delle vite possibili, il mistero dell’amore. Sullo sfondo la provincia addormentata e le grandi metropoli europee, con la loro alienante bellezza. In una solitudine globale, i personaggi vorticano intorno al problema del restare o del partire, per sempre. Ho voluto disegnare una storia di fuga e “restanza”, usando un’espressione di Vito Teti. Forse per dirmi che nelle aree interne, come quella in cui vivo, non tutto è perduto.

Ha in cantiere qualche altro lavoro letterario?
Al momento mi sto dedicando più alla poesia che alla prosa, con diversi progetti in cantiere. Tra l’altro, è da poco uscita una silloge, Elegie per Calypso, edita per i tipi di Delta 3. Mi capita di scrivere racconti brevi, che vorrei raccogliere e forse pubblicare, più in là. Ho iniziato a lavorare ad un altro romanzo, ma per ora posso dire poco: i personaggi saranno ancora una volta dei trentenni alle prese con i problemi che la liquidità comporta, specialmente in campo lavorativo e affettivo: l’assenza di prospettive e il desiderio di esserci e di essere felici, nonostante tutto. E ci sarà molto Sud, in particolare Taranto, una città nella quale ho vissuto per brevi periodi e alla quale sono molto legata.

BIOGRAFIA

(Avellino, 1987). È laureata in Filologia, Letterature e Civiltà del Mondo Antico; ha conseguito nel 2017 il dottorato di ricerca in Filologia, con specializzata in letteratura greca antica, presso le Università di Napoli Federico II e Strasburgo. Insegna lettere presso il liceo “V. de Caprariis” di Atripalda (AV), dove vive. Collabora con varie riviste e blog, tra i quali Readaction Magazine e Exlibris20; fa parte della comunità poetica Versipelle. Suoi testi in poesia e prosa sono apparsi in blog, riviste e antologie. È risultata finalista in vari premi letterari. Nel 2022 è uscito il suo romanzo d’esordio A volte la neve (Readaction Editrice, Roma); la sua silloge inedita Elegie per Calypso è stata insignita del Primo Premio – Sezione Poesia del premio nazionale L’inedito – sulle tracce del De Sanctis, XV edizione e pubblicata nel 2023 per i tipi di Delta 3 Edizioni.