FRANCESCA ERRIU DI TUCCI: COME L’ALBA E IL TRAMONTO – Scritturaviva – La Voce del Recensore


FRANCESCA ERRIU DI TUCCI: COME L’ALBA E IL TRAMONTO

GENERE: ROMANZO

RECENSIONE

Quando si parla di ragazzi nell’età dell’adolescenza, si pensa sempre alle compagnie, ai momenti spensierati, alla scuola, alla vita amorosa piena di romanticismo, agli anni pieni di emozioni forti e ai turbamenti. In Come l’alba e il tramonto di Francesca Erriu di Tucci (edito da Brè edizioni, pagg. 217) non si trovano le gioie di quegli anni, ma le difficoltà di una vita che non fa sconti a nessuno. Vincenzo (detto Vin) ha sedici anni, eppure ha già vissuto un tragico incidente che lo ha segnato nel corpo e nella mente. Vive in una casa famiglia, ed essendo molto timido e riservato, stringe amicizia solo con alcuni dei ragazzi presenti in quella struttura. Non è una persona che crea problemi, ama rispettare le regole, tanto che, talvolta, assume il ruolo di “spione”. Il suo mondo è pieno di piccole manie, rituali e numeri, più di ogni altra cosa. Ama i numeri e li ricorda benissimo. Tutto il suo equilibrio però cambia il giorno in cui, nella casa famiglia, arriva Tomas (Tom), un ragazzo di qualche anno più grande, ribelle, sfacciato, che da subito rifiuta ogni regola. Vin viene travolto dalla sua presenza, dal suo profumo, da quel dolore muto che condividono, così simile, eppure così diverso. Il nuovo arrivato ha un ascendente così forte su di lui che quando decide di scappare dalla casa famiglia Vin non riesce a trattenere il desiderio di andare a cercalo, scappando a sua volta.
Vincenzo è l’alba e Tomas il tramonto, ma a volte i loro ruoli si invertono. I due ragazzi diventano inseparabili: Vin è catapultato nel mondo dell’illegalità, della prostituzione, della droga. Esperienze che conosce nella teoria, ma nella pratica lo rendono quasi un intralcio per gli altri. Tom ha bisogno di un vero amico, di qualcuno che gli offra il suo amore senza che debba meritarselo, senza che debba essere qualcuno di speciale o fare favori particolari. Quello che Vin gli offre è, per Tom, una scoperta intima che lo tocca in profondità, un dono che lo farà andare oltre le sue convinzioni ed emozioni per accogliere un rapporto speciale fatto di unione e fratellanza. Il nuovo arrivato è orfano ed è alla mercé di un losco individuo di nome André. Il rapporto tra i due è molto conflittuale: André nasconde molti vizi e perversioni e tratta Tom come un mancato figlio, seppure ci sia sempre della lascivia nel suo atteggiamento. L’uomo desidera un altro tipo di rapporto con entrambi i protagonisti? André è un tipo pericoloso, e Vincenzo sa che non deve mai lasciare il suo amico da solo con lui. A fare da contorno alle vicende dei due ragazzi ci sono altre realtà nello stesso contesto, come quella di Nina: una giovane cameriera che abita in una roulotte e che vive grandi disagi, la cui storia è legata affettivamente a quella di Tomas. Troviamo Fausto, Marta e il silenzioso Taco con cui Vin si sente a casa; Rosa e Marzi che hanno un ruolo fondamentale seppure sembrino personaggi marginali. Le avventure di Vin e Tom, come è facile immaginare quando si parla di delinquenza, avranno un triste epilogo.
Come l’alba e il tramonto è un romanzo che fin dalle prime battute catapulta nel mondo di Vincenzo. Attraverso la sua visione del reale filtrata dalle numerose manie, dalla malattia che non viene mai specificata e dai traumi, l’autrice riesce a far sentire il lettore coinvolto in prima persona, nonostante usi una narrazione onnisciente.
Vin è l’alba: il momento magico in cui tutto si tinge di colori delicati, è un nuovo giorno che dà speranza per un inizio diverso, per una nuova opportunità; è un sognatore che viene svegliato da una triste realtà per affrontare la dura giornata che lo attende. Viene presentato come un ragazzo fragile e insicuro, che sembra non avere minimamente idea di ciò che gli accade intorno. Il lettore si sente quasi in dovere di proteggere e coccolare quel ragazzino che, nell’affacciarsi alla vita senza scudo difensivo, è esposto crudelmente a ogni bruttura dell’esistenza. Il suo arco di trasformazione è veramente incredibile: Vincenzo è la dimostrazione che essere fragili non è sinonimo di essere deboli, anzi le sue debolezze risultano essere la sua grande forza. Tomas è il tramonto: l’istante in cui il sole si nasconde dietro l’orizzonte preparando alle oscurità della notte e, a volte, guardandosi indietro, lancia prismi di luce colorata, dipingendo il cielo di una rosata malinconia. È veloce, acuto, sveglio e perspicace, si sa muovere anche al buio. La sua finta arroganza e il carattere da bullo sono solo il frutto della strada chiamato sopravvivenza. Vin riesce a leggere il cuore del suo amico come le canzoni che trascrive nel suo quaderno. L’alba non può esistere senza un tramonto, ripetendosi con ciclicità in una rincorsa eterna, si sfiorano con la consapevolezza di avere un mare di stelle a dividerli.
L’autrice penetra nella mente adolescenziale in modo così totalizzante da alleggerire argomenti come gli abusi minorili, gli abusi di sostanze, lo spaccio, la droga e tutto il mondo criminale che ci gira intorno, la prostituzione giovanile e le perversioni sessuali. Ogni argomento è colorato dalle sfumature emotive dei personaggi, risultando un narratore a tratti inattendibile. Nel lettore si crea un’incredulità nei confronti dei fatti descritti che, però, sono del tutto compatibili, purtroppo, con quel tipo di realtà. All’interno del romanzo viene anche affrontato il pregiudizio sull’omosessualità. Una tematica più che mai attuale che l’autrice tratta in modo veramente sublime. Nonostante non sia espressamente indicato il periodo storico in cui è ambientata la storia, si intuisce che ci troviamo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, periodo in cui i tabù sull’orientamento sessuale e l’omofobia sono caratteristiche dominanti della società. Sono gli anni dell’eroina e dei buchi, in cui essere omosessuale viene associato al terribile virus dell’HIV.
In questo lavoro scrittorio Francesca Erriu de Tucci non fa mai avvertire quel tipo di sensazione, anzi, è apprezzabile la libertà e la naturalezza con cui i personaggi scelgono il tipo di amore che vogliono vivere secondo i loro sentimenti ed emozioni. Come l’alba e il tramonto è indicato per un target di pubblico giovanissimo, ma fa riflettere tanto sul ruolo genitoriale. Sempre più spesso, infatti, i giovani vengono lasciati allo sbando, costretti a prendersi cura di sé senza avere gli strumenti e la maturità necessaria per poterlo fare.
L’autrice ci sbatte in faccia la più cruda realtà vissuta, ancora oggi, da tantissimi ragazzi che trovano nell’illegalità la loro unica opzione, e che da essa vengono sfruttati a vantaggio di una lobby perversa, capricciosa, sprezzante e narcisista. L’auspicio è che attraverso romanzi come questo, ponendo l’attenzione del pubblico su queste problematiche, si possa attuare un cambiamento reale nella società, che si possa imparare a proteggere le nuove generazioni, guidandole per mano nel mondo, donandole valide e concrete opportunità, insegnando la speranza attraverso valori sani come l’amicizia e l’amore, seguendo l’esempio del giovane Vin.

Nicoletta Grossi

INTERVISTA

Nel suo romanzo si nota che è stata molto attenta a non specificare mai di che tipo di malattia soffra Vin: come mai ha fatto questa scelta?

Ho preferito che il malessere – o meglio, il mal di vivere – di Vin (e di altri ragazzi della Casa famiglia) trapelasse attraverso la storia, i pensieri, le relazioni con gli altri personaggi. Ho comunque parlato di sedute dalla psicologa, di attacchi epilettici, di visite alla testa.
Ho disseminato vari indizi per far capire che Vin soffre di epilessia temporale e che presenta tratti autistici, ma non ho voluto approfondire l’aspetto più diagnostico. Magari sbaglio, ma credo che non sempre sia necessario dare un nome alle cose.

Come l’alba e il tramonto è una riedizione di un precedente romanzo intitolato Come il giorno e la notte. Cosa non la convinceva del primo romanzo, tanto da rieditarlo per pubblicarlo una seconda volta?

Alla scadenza del contratto con la prima casa editrice (che ringrazio tantissimo per aver creduto in me e nel romanzo), ho sentito l’esigenza di non interrompere il percorso che il libro – dal mio punto di vista – aveva appena iniziato e di dare al testo due opportunità in più: un editing più approfondito e la pubblicazione anche in formato digitale oltre che cartaceo. L’editore Brè è venuto perfettamente incontro a queste mie esigenze e ha accolto a braccia aperte il romanzo ripubblicandolo a febbraio 2023 con titolo diverso.

Com’è nata l’idea della trama? Si è ispirata a qualche fatto di cronaca?

La trama nasce durante un corso di scrittura creativa ed è stata poi sviluppata ulteriormente nel corso di un workshop di sceneggiatura (presso “Sentieri Selvaggi” a Roma). Le prime versioni sono state quindi quelle del soggetto cinematografico ed erano incentrate sul rapporto di Vin con la madre, che lo cercava dopo la sua fuga dalla Casa famiglia. Solo in un secondo momento il rapporto tra Vin e l’amico Tomas ha preso il sopravvento sulla storia. In realtà non ho preso spunto da un fatto di cronaca in particolare, ma certamente i fatti e le situazioni descritte nel libro sono ispirati alla realtà degli anni ottanta in Italia. Posso dire che si tratta di tante storie vere.

In questo romanzo il tema dell’omosessualità è trattato in modo molto naturale, senza stereotipi: ha incontrato critiche o pregiudizi per questo motivo?

No, non ho incontrato critiche per ora, anzi ho avuto soprattutto apprezzamenti proprio per questo motivo. Così come per il discorso fatto sulla malattia, non ho utilizzato termini specifici proprio perché tutto per me doveva essere naturale. Oggi vedo molti romanzi classificati come “MM” quando narrano una storia omosessuale. Questo a me non interessava, l’amore è universale e basta, senza etichette. I ragazzi sono molto più liberi di noi.

Un altro tema importante trattato è la droga. Una piaga che affligge ragazzi sempre più giovani. Come pensa si possano educare le nuove generazioni per far sì che ci possa essere maggiore prevenzione e consapevolezza a riguardo?

Domanda a cui è difficile rispondere. Credo che venga già fatto tanto a livello di prevenzione e percorsi di consapevolezza, posso dirlo dato che lavoro anche nelle scuole superiori come insegnante. Ho avuto spesso a che fare con adolescenti, ho operato anche in centri di aggregazione sociale, e posso affermare che le dipendenze nascono spesso da vuoti da colmare o insoddisfazioni personali, problematiche che spesso non sono ancora risolte negli adulti. Mi accorgo che vedere film basati su storie vere come quella di “Christiane F.” porta ancora oggi a riflettere su certi fenomeni.

Secondo me però ogni percorso di vita è talmente individuale e soggettivo che non esiste una “formula” per convincere un giovane a non essere attratto da ciò che può rappresentare per lui/lei un rifugio.

BIOGRAFIA
Nata a Cagliari, scrive racconti sin da piccola e consegue il suo primo premo letterario al concorso Grinzane Cavour con pubblicazione del racconto in una raccolta edita da Einaudi. Nel 2007 il racconto Stella Stellina viene selezionato e pubblicato nella collana Subway-Letteratura edita dall’associazione E-20 di Milano. Grazie al suo interesse per la musica, nel 2018 partecipa al volume Bowienext di Rita Rocca e Francesco Donadio (Arcana Edizioni).
Con il romanzo Come il giorno e la notte (nato come soggetto cinematografico) vince il Premio Montag per la narrativa 2020 – successivamente ripubblicato in nuova edizione con il titolo Come l’alba e il tramonto (Brè edizioni).
Dal 2018 raccoglie suoi scritti e poesie nel blog “Dalla Stella alla Terra” e sulla pagina facebook: Francesca Erriu Di Tucci WritingPage.
Disponibili su Amazon: Viaggio tra le vite *Racconti di Tara Come l’alba e il tramonto (Brè ed.) – Farfalle mutanti (Infilaindiana ed.) – Il vampiro e i suoi simboli: viaggio da Dracula d Stoker al vampiro ultramoderno (Lupi ed.)

Link del libro Come l’alba e il tramonto:
https://www.amazon.it/lalba-tramonto-Francesca-Erriu-Tucci/dp/B0BVDLW1BV/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1685176337&s