MASSIMO BERNARDI: I FANTASMI DELLA FABBRICA ALTA – cosa accadrà il 21 settembre 1879? – Scritturaviva – La Voce del Recensore

MASSIMO BERNARDI: I FANTASMI DELLA FABBRICA ALTA – cosa accadrà il 21 settembre 1879?

GENERE: STORICO/FANTASTICO

Quando la fantasia supera i confini del surreale per gettarsi a capofitto dentro le dinamiche di un fatto realmente accaduto il coinvolgimento emotivo sarà inevitabile.
Da questo connubio perfetto, fantasia-realtà, nascono riflessioni, pensieri, storie apparentemente sconnesse ma che rendono il romanzo originale, un’opera letteraria paragonabile a un quadro di Pablo Picasso. L’autore, appassionato di infrastrutture dismesse, in particolar modo di fabbriche abbandonate a sé stesse, prova a ricordarne l’importanza storica e il vissuto di coloro che hanno “tessuto” le origini dell’evoluzione industriale italiana attraverso la penna. Da bravo urban esplorer o, come meglio viene definito oggi, urbexer, Massimo Bernardi decide di ambientare il suo romanzo a Schio, dentro una struttura che, ancora oggi, sa di mistero. «Molti ignorano che la Fabbrica Alta non è solo questo. Non è solo assenza, non è solo un passato che non ritorna. La Fabbrica Alta è molto di più. È qualcosa che si fa fatica a trovare le parole giuste per descriverla.» Ecco come la passione per il vecchio genera un romanzo dal titolo: I fantasmi della Fabbrica Alta – cosa accadrà il 21 settembre 1879? (Bertoni Editore, anno 2022, pagg. 212).
Storicamente la struttura fu costruita dal “paron” Alessandro Rossi, un importante industriale vicentino. Nel lanificio lavoravano circa ottocento tessitori in condizioni igieniche discutibili. L’autore, servendosi della sua maestria nel descrivere minuziosamente un frammento di vita passata e amara, sottolinea come la salute precaria degli operai di quel tempo fosse direttamente proporzionale alla necessità di portare un pezzo di pane a casa. Tutto questo smuove le coscienze. La rivisitazione economica e politica di un avvenimento, che ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia, spinge il lettore a rispolverare tutti quegli insegnamenti atti a migliorare le condizioni attuali del nostro Paese. Tuttavia, descrivere questo tema così toccante e, al contempo, commovente, utilizzando uno stile prettamente fantastico, è assolutamente geniale.
La trama ha inizio nel 2016 quando il protagonista, Alessandro Braglia, si reca alla Fabbrica Alta per approfondire le sue ricerche riguardanti gli edifici in disuso, argomento trattato nella sua tesi di laurea: Dall’archeologia industriale al turismo delle fabbriche. Il caso di Schio. Durante il sopralluogo scatta tante fotografie. Osservando una delle foto nota la sagoma di una bambina dietro una delle finestre della struttura. La cuffia rosa in testa e il grembiulino sembrano ricordare il periodo scolastico risalente al lontano Ottocento. Sorpreso, decide si saperne di più e, attraverso alcune visioni oniriche, entra in contatto con il fantasma. Intanto Amalia Furlan, la relatrice di Alessandro, una donna decisamente avanti con l’età, osserva una vecchia foto in cui lei, giovanissima maestra, posa con i suoi alunni davanti alla scuola commissionata dal “paron” Rossi per i figli degli operai. In mezzo nota Betina, una bambina scomparsa il giorno dell’inaugurazione del Monumento al Tessitore, detto l’Omo, voluto dallo stesso Rossi in segno di stima e riconoscenza verso i suoi dipendenti. È il 21 settembre 1879… Questa data sarà il perno di tutta la storia, poiché il protagonista, Alessandro Braglia, si troverà sballottato da una dimensione all’altra in un continuo viaggio temporale fra presente e passato. Bloccato nell’intercapedine del tempo, proprio come Betina, incontrerà alcuni personaggi, conosciuti nel mondo reale, coinvolti nelle dinamiche della società italiana dell’Ottocento. Un turbinio di immagini e scene incredibili faranno da sfondo a tutta la vicenda. Avventure straordinarie, scenografie fantastiche, peripezie rocambolesche incollano il lettore alle pagine del libro fino alla fine. La storia entra all’interno di altre storie rendendo il romanzo verosimile nonostante l’assurdità degli avvenimenti descritti dall’autore. La vita di Alessandro continua a sovrapporsi alla vita dei vari personaggi, che arricchiscono la trama con la loro stravaganza, come avvolti dall’eterna spirale della reincarnazione o come «l’abile trucco di un illusionista che vi lascia a bocca aperta, a voi adulti ritornati bambini, ritornati al circo, alla scuola, all’asilo, su, su, sempre più indietro nel tempo.» Parole pronunciate da Amalia Furlan, anche lei vittima della magia di una realtà fantastica dal finale sorprendente.
Inutile cercare una logica dove la logica non esiste. Siamo anime sottili che amano, odiano, respirano, si sfiorano proprio come dentro un romanzo di Bernardi. Può accadere qualsiasi cosa in questa vita, non esistono regole ben precise e non esiste l’impossibile nella nostra dimensione. «Tutto questo è solo un grande gioco, un reality show dove noi siamo gli ignari protagonisti, come minuscole bestioline al microscopio che qualche scienziato pazzo sta studiando» scrive l’autore. Siamo persi in un tempo rinchiuso dentro un orologio che ha smesso di funzionare da secoli, in cerca di pace, di ascolto, di giustizia. In cerca di un equilibrio interiore da raggiungere, adesso o in un’altra vita, sempre assetati di emozioni belle, perché in fondo sono le cose che non si vedono a renderci consapevoli di quanto sia folle intrappolare il tempo dentro un orologio rotto e di quanto sia significativo sfruttare al meglio la nostra esistenza qui e ora.
Helen Keller (scrittrice, attivista sordo-cieca) diceva: «Mi da un profondo senso di conforto pensare che le cose viste sono temporali e le cose invisibili sono eterne.» Il romanzo I fantasmi della Fabbrica Alta – cosa accadrà il 21 settembre 1879? è intriso di questa saggezza. Consigliatissimo.

Daniela Sabato

INTERVISTA

Scrittore, sceneggiatore, fotografo, la sua creatività non si arresta e nascono opere come I fantasmi della Fabbrica Alta – cosa accadrà il 21 settembre 1879? Quand’è iniziata la sua passione per la scrittura?

È iniziata molto presto, già negli anni della scuola elementare. A 7-8 anni mi cimentavo con la scrittura di veri e proprio fumetti, con storie inventate che avevano per protagonisti i personaggi della Disney (Paperino, Pippo, Topolino, ecc.). In un secondo tempo ho cominciato a inventare dei personaggi miei e dai fumetti sono passato a scrivere dei racconti illustrati con dei disegni. A 13 anni ho scritto, a penna su un quaderno, il mio primo vero libro: Il manichino vivente, un giallo ispirato alla serie dei Gialli dei Ragazzi molto in voga negli anni Settanta e Ottanta. Presi spunto da un episodio accaduto mentre giocavo all’aperto con i miei amici, ovvero il ritrovamento di un manichino dentro un canale che scorreva vicino alla nostre case. Ovviamente, i giovani investigatori che indagavano sul caso, eravamo noi.

Il suo romanzo tocca un tema di estrema rilevanza sociale e politica, perché ha scelto di esprimersi in chiave fantastica? Da chi o cosa è stato ispirato?

La scelta della chiave fantastica anziché quella realistica e sociale mi è venuta naturale, perchè da sempre prediligo la scrittura onirica e surreale, tanto che a volte utilizzo anche i miei sogni notturni come base di partenza per le mie storie. L’ispirazione per I fantasmi della Fabbrica Alta mi è venuta soprattutto dalla visione di un film di Tim Burton, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, tratto da un romanzo di Ramson Riggs: un film fantastico dove i personaggi vivono dentro a un loop temporale, che è anche l’elemento chiave del mio libro. Vi si possono trovare le influenze di vari autori, perchè sono un lettore “onnivoro” che ha sempre letto generi diversi: dai classici alla narrativa contemporanea, dal giallo al fantasy, dai saggi storici alla poesia. Tra gli autori che mi stanno a cuore posso citare Dino Buzzati e Haruki Murakami. Entrambi sono maestri nel raccontare il mistero, il magico, il surreale quotidiano, tematiche che mi hanno sempre attratto e che cerco di raccontare anch’io.

I personaggi del romanzo per quanto siano “fantastici” rappresentano il riflesso più crudo di questa nostra società. Chi di loro somiglia umanamente a Massimo Bernardi?

In Alex, lo studente in Beni Culturali protagonista della storia, c’è sicuramente un po’ di me, il me stesso venticinquenne di trent’anni fa. L’ho creato a mia immagine e somiglianza: perditempo, distratto, sempre zonzo a fare foto ai luoghi abbandonati… e anche con uno spirito altruista, visto che quando vede la Betina, la bambina in pericolo, lascia perdere la sua tesi di laurea e fa di tutto per salvarla. A differenza di Alex, però, che è fuori corso, io ho terminato l’università nei tempi giusti. C’è anche un altro personaggio in cui mi ritrovo, questa volta in veste di adulto: una specie di alter ego attraverso cui parlo al lettore nel finale. Ma non dico qual’è per non rivelare troppe cose in anticipo.

Considerando il concetto di “paesaggio urbanistico” quanto potrebbe essere importante, secondo lei, rivalutare una struttura dismessa e quali soluzioni o progetti proporrebbe per sfruttarne al meglio l’utilità?

Il tema della rigenerazione urbana di strutture dismesse è ampio e complesso, e io non ho le competenze di un urbanista o di una storico. Ma da vero appassionato di archeologia industriale posso dire che mi piange il cuore quando trovo resti del passato lasciati nel più completo abbandono, come la stessa Fabbrica Alta di Schio. Questi luoghi hanno una valenza non solo storico-architettonica, non solo paesaggistica ma anche sociale e umana, ed è un vero peccato che vengano lasciati a se stessi. Negli ultimi decenni comunque diverse di queste strutture, a macchia di leopardo in tutto il territorio italiano, hanno trovato nuova vita, riconvertite in musei o spazi espositivi. Secondo me è importante che conservino il legame con il loro passato, che conservino tracce della loro storia, e che esteticamente non vengano stravolte rispetto al profilo originale. Hanno la stessa dignità di una chiesa o di un palazzo antico.

Ha in programma altre opere letterarie?

Per quanto riguarda gli scritti futuri ho già qualche progetto cominciato tempo fa ma rimasto per il momento in sospeso. Tra gli altri la storia di una vecchia amicizia nata sui banchi di scuola compromessa quarant’anni dopo durante i mesi difficili della pandemia, e una saga familiare ispirata alle estati in montagna con i miei parenti acquisiti. Da un mese a questa parte ho iniziato un progetto nuovo, che è poi sempre stato nelle mie corde: scrivere una sorta di saggio, di diario di bordo basato sui miei cammini. Sono un grande camminatore, non solo di sentieri di montagna ma anche di periferie urbane, parchi e ciclabili. Ogni occasione è buona – anche durante il lavoro che mi porta a spostarmi molto in auto – per esplorare nuovi angoli e nuovi quartieri di una città, scoprire inediti stradelli o argini di campagna che portano chissà dove. E camminando nascono spunti, pensieri, divagazioni mentali che vanno a scavare nella memoria, che mi portano altrove in nuove dimensioni dell’immaginario.

BIOGRAFIA

Massimo Bernardi è nato a Modena, dove tuttora vive, nel 1970.
Ha pubblicato sei libri di narrativa: I fantasmi della Fabbrica Alta (Bertoni editore, 2022), Hanno invaso la Svizzera (migliore raccolta di racconti al Rive Gauche Festival 2019), Mandala (2016), Appuntamento alla fortezza (2013), Letturista per caso (2012) e Onjrica (2001).

Come inedito, I fantasmi della Fabbrica Alta ha ricevuto la menzione d’onore come miglior romanzo storico-fantastico al premio Firenze in Letteratura 2021.

Alcuni suoi racconti sono usciti su riviste e antologie. Ha scritto anche poesie e sceneggiature per corti e lungometraggi (tra cui Il regalo più bello, menzione speciale al Busto Arsizio Film Festival 2004). Fa parte del circolo culturale legato a Ermanno Cavazzoni, Ugo Cornia, Gianni Celati e altri autori della scuola emiliana.

In qualità di fotografo creativo e sperimentale ha partecipato a diverse mostre personali e collettive, tra cui tre edizioni di Fotografia Europea a Reggio Emilia.

Contatti: massimoberna@libero.it
www.massimo-bernardi.blogspot.it

https://massimo-bernardi.blogspot.com/

Per l’acquisto del libro:

https://www.bertonieditore.com/shop/it/libri/1053-i-fantasmi-della-fabbrica-alta.html