GIANLUCA PIATTELLI: IL NIDO DELL’ULTIMO PIANO – scritturaviva – La Voce del Recensore

GIANLUCA PIATTELLI: IL NIDO DELL’ULTIMO PIANO

GENERE: NARRATIVA –

FANTASTICO/REALISTICO

RECENSIONE 

Senza amore non potremmo sopravvivere. Gli esseri umani sono creature sociali e prendersi cura gli uni degli altri a vicenda è la base stessa della nostra vita.

(Dalai Lama)

Ho sempre pensato che non v’è nessuna felicità maggiore di quella della famiglia.               

(Fëdor Dostoevskij)

«Wakati uliopita kuruka mbali, wakati mpya kuja kwangu. Maisha maya kuruka mbali, maisha mazuri kuja kwangu!»

«Tempo andato vola via, tempo nuovo vieni a me. Vita brutta vola via, vita bella vieni a me!» 

(Gianluca Piattelli, Il nido dell’ultimo piano).

Quanto sarebbe bello se pronunciando una formula magica potessimo cambiare ciò che non ci garba?

È quello che fanno Labuan e Poni, i due fratellini del Kenia, protagonisti della storia che ci propone l’autore Gianluca Piattelli con l’opera Il nido dell’ultimo piano (Pubblicazione indipendente, edizione Kindle, 2023, e cartaceo pagg. 258, Placebook Publishing & Writer Agency). Anche questa volta l’autore ci regala una versione contaminata di favola – che contempla una morale o un insegnamento – e fiaba nella quale la magia, come nelle altre opere scritte dallo stesso, svolge un ruolo determinante. I fratellini africani, essendo rimasti orfani a causa di un incendio, vengono condotti in Italia perché adottati da una coppia benestante: due genitori che lasciano molto a desiderare – per usare un eufemismo – quanto a educazione, valori, condotta. Il padre adottivo è un importante imprenditore tessile mentre la madre è una famosa influencer, entrambi esclusivamente concentrati su se stessi, sulle proprie soddisfazioni personali, amanti del denaro e incapaci di cogliere il senso vero della vita. Pur avendo materialmente tutto quello che dei bambini potrebbero desiderare, Labuan e Poni sono insoddisfatti e infelici perché manca loro la cosa più importante che dovrebbe regnare in ogni famiglia: l’amore, senza il quale tutto il resto è nulla. Per questo decidono di scappare verso mete più accoglienti. La storia, dunque, altro non è che la narrazione del viaggio – intrapreso dai giovani protagonisti – il quale, attraverso le esperienze che i piccoli faranno, grazie all’incontro di personaggi particolari, e delle difficoltà che si troveranno ad affrontare, assumerà risvolti inattesi e interessanti. In realtà il viaggio della storia è da intendersi in senso lato, sia come effettivo spostamento da un luogo all’altro – molto bella è la descrizione della situazione relativa alla torre di Pisa e quelle a contatto con la natura – sia come maturazione interiore della maggior parte dei personaggi. Cos’è la vita in fondo se non un viaggio verso il desiderato e alla scoperta di se stessi? La storia dei due fratellini africani coinvolgerà altri protagonisti che si dimostreranno capaci di grandi gesti i quali modificheranno la propria e l’altrui vita. Abile l’autore nell’attirare l’attenzione del lettore e nel coinvolgerlo usando la narrazione in prima persona. In ogni capitolo si alternano, infatti, tutti i personaggi, tranne Poni, la più piccola, delle cui gesta saranno gli altri a raccontare. Pur essendo una storia in cui vi è l’elemento magico, Gianluca Piattelli non manca di trattare, come di consueto, argomenti delicati come il razzismo, la pedofilia, la realtà liquida –  di baumaniana definizione – della nostra società contemporanea, nella quale si vive per il consumo e tutto si trasforma in merce, incluso l’essere umano, e dei social media, con l’inganno di vite fittizie – tenute su dall’apparire a tutti i costi e dall’ostentare felicità e benessere – così come l’eterna lotta tra le forze del male e del bene che permeano la nostra quotidianità più di quanto si pensi, anche se spesso non ce ne accorgiamo o fingiamo di non farlo. L’opera mette in luce realtà amare dell’attuale società che prosegue imperterrita verso una strada senza ritorno, una società che ha smarrito la direzione – sostituendo ai valori importanti dell’essere quali l’accoglienza, la solidarietà, l’amicizia, quelli dell’avere e dell’apparire – e nella quale contano più i like e le foto postate sui social dove la regola è di mostrarsi sempre al top. Una società che bandisce la sofferenza e la riflessione poiché ciò che conta è la notorietà… non importa quali mezzi si utilizzino per ottenerla. Per fortuna ci sono ancora persone autentiche, semplici, genuine, spontanee che vivono la vita per essere e non per apparire, seguendo le ragioni del cuore che mai potrebbero barattare con altre più facili, ma fasulle. E così è per il ‘gigante buono’, Klaus, che in sella alla sua mitica Harley Davidson vive a pieno la sua libertà, così come per Greta e Anais che al di là di ogni pregiudizio si mostreranno libere di essere e protettive e comprensive nei confronti di chi è fragile e indifeso. Gianluca Piattelli ci pone di fronte ad un importante interrogativo: cos’è la famiglia? Quel luogo dove un uomo e una donna crescono dei bambini? Soprattutto su questo l’autore ci fa molto riflettere, perché al di là della cultura, degli stereotipi, delle consuetudini, delle tradizioni e dei legami di sangue, la famiglia è indubbiamente quella dimensione dove ci si sente protetti e al sicuro nel caldo abbraccio dell’amore. Se nella realtà purtroppo spesso la giustizia non trionfa, forse anche perché non si crede più nella forza dei sogni, nell’impegno, nel coraggio e della perseveranza, nel Nido dell’ultimo piano, magari, qualcosa potrà essere diverso e condurre a un finale insolito e inaspettato che il lettore potrà scoprire immergendosi in questo viaggio tanto realistico quanto fantastico. Con una penna decisa e scorrevole l’autore ci dona una storia decisamente invitante e intrisa di tante verità.

Alessandra Ferraro

INTERVISTA

Nei suoi racconti c’è sempre la lotta tra il male e il bene. Ci spieghi il significato che attribuisce ad entrambi.

Sono facce della stessa medaglia. Senza il male non esisterebbe il bene, e viceversa. Penso che l’uomo sia votato al bene, ma che inevitabilmente finisca per compiere il male. Esistono decine di sfumature, non si può parlare di bene totale e di male totale: c’è sempre un punto di luce in una stanza buia, come c’è sempre una goccia d’ombra in un luogo luminoso. Nei miei romanzi, come accade spesso in letteratura, a vincere è il bene, soprattutto per uno slancio di positività visto che nella vita reale a vincere è spesso l’altra fazione.

Secondo lei la società liquida, così come la definisce Zygmunt Bauman, è una realtà conclamata senza nessuna possibilità di recupero?

C’è sempre una possibilità di scampo, un’ipotesi di riscatto. Nulla è definitivo. La speranza sta alla base delle mie storie. Se non ci fosse, tutto cadrebbe nell’oblio della disperazione.

Sogni e realtà: esiste una netta separazione o crede che la realtà è ciò che si può realizzare credendo nei propri sogni?

I sogni aiutano ad affrontare la realtà, sono una sorta di piedistallo senza cui la realtà non starebbe in piedi. Credere fortemente nei propri sogni rende vitali e sicuri di sé: prerogativa per cambiare la realtà.

Quali sono i suoi sogni e obiettivi come autore?

Obiettivi: riuscire a organizzare un sacco di presentazioni dei miei romanzi e aumentare il numero dei miei lettori. Sogni, beh… essere scrittore a tempo pieno.

Ha in cantiere qualche altra opera letteraria?

Sì. Ho in programma la pubblicazione di un romanzo che tratta di amicizia e rinascita. Ambientato in due epoche differenti, a distanza di trent’anni l’una dall’altra, 1988 & 2018. Protagonisti, cinque amici d’infanzia che si ritrovano da adulti e uno specchio magico, in grado (secondo loro) di far viaggiare nel tempo.

BIOGRAFIA

Gianluca Piattelli nasce a Pistoia nel 1972.

Con PlaceBook Publishing & Writer Agency pubblica quindi “Lunarmalia” (fantascienza, 2019) a cui fanno seguito “Diversità Splendore” (narrativa, 2020); “L’urlo melodico delle farfalle” (racconti brevi, 2021); “Canarian Blues” (narrativa, 2021); “Il sortilegio di Floreslonia” (low fantasy, 2022); “Lucì, Demè e il cero viaggiante” (favola noir, scritta a quattro mani, 2022); “Il domatore di arcobaleni” (racconti, 2023); “Il nido dell’ultimo piano” (narrativa, 2023).

Nel settembre 2021 vince il Premio Letterario Arcaista con “Diversità Splendore”. Nel novembre 2021 è finalista al Premio Letterario Internazionale Città di Latina e riceve una Segnalazione di Merito con “Diversità Splendore”. Nell’aprile 2022 è finalista al Premio Letterario La Ginestra di Firenze e riceve una Menzione d’Onore con “L’urlo melodico delle farfalle”. Nel maggio 2023 è finalista al Buk Festival di Modena con un racconto tratto da “Il domatore di arcobaleni”. Nel maggio 2023 le sue opere sono presenti al Salone del Libro di Torino. Nell’ottobre 2023 è finalista al Premio Letterario Città di Como con un racconto tratto da “Il domatore di arcobaleni”. Nel novembre 2023 il racconto breve “Le turiste” è inserito nella raccolta horror “Sette spettri a denti stretti” edita da Re Artù Edizioni.

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