SILVIA CERVELLATI: PORTATI DAL VENTO – Scritturaviva – La Voce del Recensore

SILVIA CERVELLATI: PORTATI DAL VENTO
GENERE: Poesia

RECENSIONE

«La poesia è la pittura che parla» diceva il poeta lirico greco Simonide, e nessuna frase potrebbe essere più efficace per descrivere Portati dal vento di Silvia Cervellati (edito da Youcanprint, anno di pubblicazione 2016, pagg. 68).
L’introduzione dell’artista fiorentino Renato Raddi ci presenta il tema della silloge attraverso il filo conduttore del vento. Prendendo come spunto il titolo dell’opera ci si prepara a immergersi nella penna della Cervellati come il pennino nell’inchiostro. Il vento trasporta in molte direzioni e fa vedere il cielo più limpido, ma anche spazza via le foglie secche in modo impetuoso, è la forza motrice che fa riflettere su dove si vuole andare. Il vento è vita, quel soffio essenziale che ci entra nelle narici alla nascita.
Con lo stesso atto creativo e spirituale, Silvia Cervellati ci mostra tutta la sua vita più intima fatta di riflessioni, lacrime, sangue, solitudine e dolore: «Non c’è sorriso / ch’io riesca a donare / che non abbia pagato / in silenzi di pianto, / coraggio che viene / a mancare / da sola, non vista / lontano da un cuore / perduto / fra mille aquiloni / strappati. / Uccisi dal vento» (Sorrisi).
La poesia della Cervellati ha in sé alcune qualità della musica, e riesce a trasmettere gli stati d’animo attraverso concetti evocativi che risultano molto potenti, incisivi. È un tutto espressivo. Una lirica portatrice di significati e contenuti emotivi, ma anche di suoni, ritmo armonia e musicalità. In Portati dal vento si avverte la sensazione o intenzione dell’autrice di voler rendere l’opera completa a trecentosessanta gradi sotto l’aspetto artistico dedicando spazio alla scrittura, alla pittura e alla musica: «… me ne andrò in punta di piedi e lascerò canzoni». Una frase che ricorda molto il testo romantico della canzone di Nathalie Gannitrapani, ma anche il film In punta di piedi diretto da Alessandro D’Alatri. Se consideriamo poi l’aggiunta dei disegni raffinati e delicati dell’artista Raddi, troviamo l’arte in tutte le sue sfaccettature sensibili e creative.
L’autrice si rivolge al lettore con un tono confidenziale e profondo condividendo i suoi sogni, i ricordi, l’amore, le speranze, la morte e la bellezza: «Ritorno per la strada / che guidò il mio cuore / a ricercarti / per l’addio terreno / che mai / volle lasciarti andare. / Ancor ti piango / amica, / mano con forza tesa / in vita mia, / cercando in fondo / alla salita / quegli occhi tuoi lucenti / incontro al mio / cammino. / E la tua cara voce / vera e viva / come il tuo pensiero» (Ritorno, Ricordo).
Silvia Cervellati affronta temi personali anche attraverso la natura e il suo fluire, riesce a trovare in essa e nei dettagli del quotidiano il riflesso della profondità dell’animo umano, della propria anima, rendendo la “narrazione” leggera nonostante gli argomenti importanti: «Vorrei tapparmi / gli occhi. / Capire, senza più / capire / perché non sappia / amare / altro che di cuore. / E mentre guardo / foglie / stanche di vento, / così mi penso / appesa a un ramo, / una speranza / che ha radici / nella terra / in fondo all’anima, / in fondo / alla stanchezza / di lottare / e di sentirsi vinta / solo dal morire» (Foglie).
Quel vento, grande protagonista di mutamenti, la spinge a creare componimenti, la fa crescere, cambiare rotta, ma a volte la lascia a mani vuote, analizzando la vita nella sua vacuità. Il simbolismo del vento, le permette di guidare il lettore nella sua “versione” poetica del mondo e di sé. Il titolo è più che mai indovinato: si viene condotti, accompagnati… Portati dal vento, appunto. Si avvertono anche i tratti più minacciosi, le difficoltà, le bufere: l’autrice si espone ai quattro venti in modo diretto e onesto, talvolta serrando i versi in parole concise che ne aumentano il ritmo e l’efficacia.
I versi sono liberi, ricchi di metafore significative, con immagini suggestive e personificazioni. Si percepisce un forte richiamo alla fede che trasforma il dolore in desiderio di speranza, una roccia a cui aggrapparsi per non precipitare come nel componimento La forza: «Io prego molto, / per aver la forza: / mi fu insegnato presto. / Il Bene disse: / Vieni, io sono vita. / Il Male tentò / strapparla / senza riuscirvi». In questa e in altre poesie come Io vivo il mondo, Getsemani e Cristo a milioni la Cervellati ci fa comprendere che nei momenti in cui il vento ci sbatte a riva e ci è contrario, possiamo trovare rifugio in qualcosa di ben più grande di noi e che tendiamo a non considerare. Nei suoi versi prevalgono la sofferenza e le disillusioni date dallo scorrere del tempo e dalla consapevolezza che un animo sensibile e fragile non può non avvertire le mancanze e i desideri dell’intera umanità. Tuttavia, l’autrice riesce a trasmettere anche speranza e forza d’animo proprio attraverso l’arte della scrittura poetica che è sempre catartica.
Una silloge per tutti ma soprattutto per chi ama la poesia nella sua espressione più viva, semplice, di forte impatto emotivo e che abbia voglia di soffermarsi sul significato di parole usate con cura per avvolgere il lettore e farlo sentire compreso in momenti di fragilità.

Nicoletta Grossi

INTERVISTA

La poesia può essere una passione, un mestiere, una vocazione, una missione… che cos’è per Silvia Cervellati?

Esattamente il mio modo di essere, come la scrittura.

Quali sono i suoi poeti di riferimento? Vi si ispira per le sue composizioni?

Non ho riferimenti di questo genere, né ispirazioni che non provengano dall’interpretazione di ciò che vedo e sento. Ognuno ha il suo linguaggio, il suo modo di sentire e comunicare, e io penso così debba essere.

Ha una routine di scrittura oppure la poesia è qualcosa che le nasce dentro istintivamente?

“Routine” è parola assolutamente bandita, per quanto riguarda la mia attività in questo senso. No, non rientra nella mia personalità, mi ucciderebbe.

Come è nata l’idea della collaborazione artistica tra lei e Renato Raddi?

Dall’amore sicuramente per le sue opere, che sono anche il suo modo di essere: fusione fra realtà e sogno è anche parte della mia natura.

Come si rapporta con i suoi lettori? Cosa vuole trasmettere attraverso le sue parole?

Sincerità e sentimento, conditi con un poco di umorismo, per ricordare che la vita è anche sorriso.

BIOGRAFIA

Silvia Cervellati è nata a Ferrara il 31 maggio 1958 e risiede a Novara.
Ha pubblicato i romanzi: “Non posso dirti addio”; “Per chi non vuol sentire”; “Ritratti in uno”; “Rose!”; “Se non esistono gli angeli”; “La bellezza di mia madre”; la trilogia “Quando il Mare lascia isole”, “Fatta di ripetute stelle” e “Sul ventaglio dell’acqua”.
Ha pubblicato inoltre le raccolte: “Poesie d’amore”; “Nuove poesie”; “Notti e Giorni”; “Portati dal vento”; “Frammenti di vetro” (poesie e racconti brevi); “Paralleli Senza”; “Liberazione”.

I LINK DELL’AUTRICE

https://www.amazon.it/Portati-dal-vento-Silvia-Cervellati-ebook/dp/B07B2YN46B

https://www.ibs.it/portati-dal-vento-libro-silvia-cervellati/e/9788892613058

https://www.youcanprint.it/index.php/silvia-cervellati/a/AU04140

https://www.libreriarizzoli.it/search/?g=silvia%20cervellati&crc=100&sessionToken=H1mSgxITm8t6LToxQwusBhxUodSCYfti