GENERE: ROMANZO DI FORMAZIONE
RECENSIONE
Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola. Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935-1950 (postumo, 1952)
Il coraggio è la capacità di resistere alla paura, di dominare la paura: non è l’assenza di paura.
Mark Twain, Wilson lo Zuccone, 1894
Spesso la vita è tutt’altro che generosa, e ci si ritrova a pagare il conto di scelte e decisioni altrui. È quello che capita a Marco, ventiseienne sensibile, che dovrà affrontare non poche difficoltà.
Marco vive in un mondo tutto suo, costruito per difendersi dalle sue fobie che lo condizionano e lo isolano; ma dentro di sé è sempre vivo il desiderio di riuscire a godere appieno della vita, di sentirsi libero. Dovrà attraversare le sue paure, e le occasioni per superarle gli si presenteranno nei tempi e nei modi opportuni. Il romanzo inizia dalla fine; Marco sta per prendere l’aereo e, come la pellicola di un film, la sua vita gli scorre davanti ripercorrendone gli episodi più significativi: l’infanzia, il rapporto con sua madre – soffocante e limitante – quello inesistente con suo padre, la decisione di andare via di casa per iniziare un cammino tutto suo. Dentro le mura del suo nuovo appartamento si costruisce la sua vita perfetta e metodica, dove l’orologio scandisce i suoi impegni.
«In effetti la mia vita sociale, già di per sé limitata, là divenne praticamente inesistente. Le mie giornate erano scandite da una routine maniacale che rispettavo rigorosamente: mi svegliavo alle sei e trenta, mi infilavo la tuta e andavo a correre nel parco dietro casa; alle sette e venti, poiché il bar apre alle sette e un quarto, entravo nella caffetteria all’angolo e ordinavo cappuccino e cornetto integrale da portare via; rientravo alle sette e venticinque, facevo colazione e una doccia veloce e alle otto e quindici mi sedevo al tavolo da lavoro; pausa alle tredici e quindici esatte; pranzavo guardando il telegiornale, quello nazionale prima e quello regionale poi, quindi sistemavo le stoviglie e dalle quattordici e trenta alle sedici mi stendevo sul divano a leggere, non solo fumetti ma anche libri, soprattutto thriller. Alle sedici e trenta riprendevo a lavorare senza interruzioni sino alle venti. Seguiva la cena, un film o una serie televisiva, infine alle ventitré andavo a dormire. Ordinavo la spesa online una volta alla settimana e lavavo tutto quello che mi consegnavano, compresi carne e pesce.»
E Marco si sente al sicuro fino a quando fa un incontro che cambierà completamente la sua prospettiva.
Ogni mia fobia (Casa Editrice Bookabook) di Francesca Abis è un romanzo intenso, coinvolgente e appassionante; uno di quelli che non vorremmo finisse mai, ma che una volta terminato ci provoca quella sensazione di soddisfazione e appagamento che solo i buoni romanzi sanno dare. L’autrice, con la sua abilità scrittoria, riesce subito a catturare l’attenzione del lettore che con facilità si affeziona al protagonista della storia. Scritto in prima persona si entra subito in sintonia con l’attore principale. Ci si sente un po’ tutti il Marco che l’autrice descrive: solitario, particolare, asociale, ma anche capace di decisioni coraggiose. Si soffre, si spera, si sogna, si gioisce con lui. L’entrata nella sua vita di due persone femminili – Giovanna, una bambina di undici anni e Laura, inquilina dello stabile di fronte – lo aiuteranno molto più di tutte le sedute di psicoterapia alle quali sino ad allora si era sottoposto. In fondo la scienza non può operare miracoli, ma l’amore sì; sia esso amicale sia di coppia. Ma chi è la bambina misteriosa che sembra conoscere bene i dissidi interiori di Marco e che ha così a cuore il suo benessere da elargire consigli e raccomandazioni?
Una scrittura fluida, armoniosa e avvincente tiene incollato il lettore fino all’ultima sequenza; e non è arbitrario l’uso di questo termine poiché, come capita per i romanzi ben scritti nei quali le descrizioni sono così ben dettagliate da figurarsi le scene, si ha l’impressione di assistere alla visione di un film.
Ogni mia fobia è la storia di un ragazzo che si impegna per riprendere a vivere, o meglio sarebbe più corretto dire che scopre di vivere per la prima volta e che dimostra che cambiare, migliorando la propria esistenza, è possibile quando accanto ci sono le persone giuste. Un bellissimo romanzo che consiglio vivamente.
Alessandra Ferraro
INTERVISTA
Come nasce l’idea di quest’opera?
Contrariamente a quello che si può pensare leggendo il libro, l’idea è nata prima della pandemia. Posso dire che avevo ben chiaro un certo finale ma per arrivarci mi serviva un personaggio molto particolare. Così è nato Marco.
Cosa ha significato scrivere questo libro?
Una bella sfida. È un romanzo di formazione scritto in prima persona e immedesimarmi nel protagonista non è stato sempre facile.
Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?
Sicuramente il valore dell’amicizia. E poi di non sottovalutare la propria forza interiore.
Ha in cantiere qualche opera similare?
Sto lavorando a un nuovo progetto ma è un genere completamente diverso: un thriller.
A proposito del suo libro…
La storia di Marco per certi versi è un po’ quella di tutti noi. Mettetevi seduti e dategli la possibilità di raccontarvela.
Il link del libro:
https://bookabook.it/libri/ogni-mia-fobia/
L’AUTRICE SI RACCONTA
Sono nata a Cagliari dove vivo e lavoro. Nel 2020 ho pubblicato con la casa editrice Placebook Publishing “Non tutto il male viene per nuocere”. “Ogni mia fobia” è il mio secondo romanzo.