
GABRIELLA PACI: DISSONANZE
GENERE: POESIA
RECENSIONE
Nel grande panorama letterario contemporaneo, dove le voci si intrecciano in un coro polifonico, emergono talvolta sillogi che si distinguono per la loro capacità di toccare corde profonde dell’animo umano.
Dissonanze di Gabriella Paci (edito da Edizioni Helicon, anno 2023, pagg. 110) è sicuramente una di queste opere: un tessuto di emozioni, pensieri e parole che si dispiega davanti al lettore con la grazia di un balletto e la forza di un inno.
Le sue poesie sembrano raccontare un mondo diverso, alternativo, dove lo spuntare di un fiore diventa delicatezza (Marzo) o il carapace di una tartaruga diventa corazza, forza, intimità e allo stesso tempo vulnerabilità per gli scherzi del destino che, in un inciampo, lo capovolgono così come accade alla nostra vita che spesso sembra un pallone sfuggito dalle mani (cit. da Come in una favola di Esopo).
Nonostante appare chiaro che non le siano mancate sofferenze nella vita, la poetessa riesce ancora a sognare e sperare, osservando il magico e il surreale laddove altri vedono la semplice natura, il mutare delle stagioni, il dispiacere o il dolore.
Addentrandoci nelle pagine della raccolta poetica si nota come, attraverso la dissonanza, l’autrice componga una sinfonia di significati che risuona ben oltre l’ultima strofa.
La scelta tematica è interessante e conferisce all’opera un tocco di originalità che la contraddistingue. I versi risuonano di una gradevole musicalità, scanditi da un ritmo armonioso, e sembrano seguire un continuum; tuttavia l’esperienza e la consapevolezza delle difficoltà della vita, dell’amore, dello scorrere del tempo e delle sue stagioni, così come espressi da Gabriella Paci, introducono un elemento di ‘distacco’. Ciò genera un turbamento, un conflitto di natura volitiva che si sviluppa in un crescendo di emozioni, culminando sempre in una conclusione che tende a far risaltare tutte le contraddizioni dell’animo umano. Questa nota che sembra stonare, in realtà è perfettamente calcolata e riesce a generare proprio la sensazione che ci si aspetta fin dal titolo.
La silloge, divisa in tre sezioni, Tra verità e illusione, Tra pelle e cuore e Dedicate, conduce il lettore in un viaggio ‘atemporale’ in cui le emozioni si coniugano in quelle vibrazioni d’animo che cullano e sorprendono al contempo.
Nella prima parte prevale il tema della contraddizione mentre si esplora il contrasto della realtà con un mondo ideale, sognato.
Nel trascorrere delle stagioni, quelle della vita e del cuore, il lettore si trova spesso in autunno, un periodo che rappresenta anch’esso una transizione ed è simbolo di riflessione, malinconia e contemplazione, ma anche della bellezza del cambiamento e della preparazione al rinnovamento… elementi che si trovano in dissonanza, appunto, all’interno dei componimenti.
Nella poesia Anima fanciulla vi è una sublimazione di questo concetto che diventa dualismo tra il corpo che invecchia e l’anima che, invece, rimane eternamente giovane. Una contrapposizione che riflette sulla fugacità della vita e la natura effimera dell’anima, esattamente come la citazione dalle Memorie di Adriano in epigrafe, e che si ripropone nella poesia Come un pino… che però parla al lettore con toni molto più intimi e diretti.
La natura per Gabriella Paci racconta la vita; il suo atto rigenerativo porta a comprendere che ciò che finisce è semplicemente l’inizio di qualcosa di nuovo che spinge verso la meraviglia, il confronto con noi stessi e la necessità di prenderci il nostro giusto tempo. Anche nei momenti più bui, come gli anni del Covid (I giorni del silenzio), o nell’esperienza del lutto (Vuoto), l’autrice trova il modo di opporsi a ciò che appare: “So che il sonno cancellerà con la gomma / dell’incoscienza rimpianti senza consolazione / nella ricerca costante del filo magico / a rammendare i giorni scuciti del silenzio” (cit. da Gli anni del silenzio).
Nella seconda parte il filo conduttore è sicuramente il sentimento per eccellenza nelle sue diverse sfumature. Gabriella Paci ci fa riflettere dunque sull’amore romantico, caparbio, coraggioso, tradito, nostalgico, che non si rassegna all’abitudine, che sa lasciar andare. Ci invita a un viaggio emotivo attraverso la complessità di questo sentimento che, come spesso ci ricorda, è anche fonte di sofferenza, ma è proprio in questo contrasto, in questa tensione emotiva tra gioia e dolore, che ci esorta a non perderne di vista la bellezza attraverso la consapevolezza dello stesso focus in cui risiede la sua vera essenza. L’amore merita di essere vissuto, osservato e ricordato, è un’esperienza che, nonostante le sue sfide, rimane una fonte inesauribile d’ispirazione che, oltre le sue contraddizioni, ci permette di evolverci come individui (Sono belli gli innamorati). La visione dell’amore dell’autrice è del tutto realistica quanto romantica, potente e piena di significato, se ne intuisce un costante senso di celebrazione.
Questo sentimento così profondamente legato ad una persona specifica, nella terza parte (Dedicate) diventa universale e non può fare a meno di essere sensibile alle tematiche sociali più importanti. Oltre alle poesie rivolte alla madre e alla figlia (Ti ritrovo, Come tu sapevi essere, Fragilità dell’essere genitori), la Paci ricorda degli anni del Covid, omaggia la Regina Elisabetta II, ma soprattutto ci parla della violenza sulle donne, esprimendo la sua indignazione, in particolare in riferimento alle donne iraniane e ai fatti di cronaca come quello di Elena del Pozzo, di Saman Abbas, Masha Amini, per poi tornare indietro nel tempo a Czeslawa Kwoka… tutte donne, o meglio bambine, che hanno in comune non solo la giovane età, ma anche l’ingiustizia subita, il destino crudele che le ha rese vittime e la voglia di vivere, atrocemente spezzata. Di fronte a tutto ciò l’animo della poetessa non riesce a tacere e la lirica diventa richiesta di attenzione, memoria, divulgazione.
Nell’intera raccolta molte poesie riempiono la pagina e se non fosse per la divisione in versi data dagli ‘a capo’, diventerebbe molto difficile stabilire il confine tra poesia e prosa. Quella dell’autrice si potrebbe definire, dunque, una sorta di ‘prosa poetica’ dove i margini scompaiono, ma gli oggetti e i paesaggi descritti sono infiniti, senza tempo, sacri, le parole diventano musica e attraverso le eccellenti metafore, similitudini e personificazioni, così saggiamente dosate e accuratamente scelte nell’uso di ogni singolo vocabolo, tutto è trasformato, facendo risaltare ancor di più l’animo poetico/sensibile dell’autrice. I versi, che divengono immagine, hanno una evoluzione temporale trasformativa rispetto all’immediato impatto della lettura ed è questo l’elemento che rende i componimenti ancora più caratteristici.
Con la sua quinta raccolta poetica, Dissonanze, l’autrice traccia così un interessante e peculiare percorso distintivo nel panorama letterario. L’evoluzione artistica della poetessa è testimoniata non solo dalla qualità della sua scrittura, ma anche dai numerosi riconoscimenti ricevuti. Inoltre, pregiandosi di prefazione e postfazione curate da due importanti penne della critica letteraria che ne hanno colto il talento, la silloge non fa che sottolineare ulteriormente il valore della Paci nell’ambito poetico.
Dissonanze è senza dubbio un’opera che merita un posto d’onore nella libreria di ogni appassionato di letteratura poetica.
Nicoletta Grossi
INTERVISTA
Quali consigli darebbe a chi legge Dissonanze per cogliere a pieno il messaggio e l’essenza delle sue poesie?
Credo che la lettura delle poesie debba essere lasciata libera perché ognuno possa, leggendole, trovarvi emozioni e stati d’animo che sono anche suoi. Del resto, il titolo e la frase stampati sulla cover indicano già qual è il filo conduttore: la ricerca continua di uno stato di armonia e di serenità in un mondo personale, interpersonale e sociale che ci sottopone a continue disarmonie e inquietudini se non a veri e profondi stati di malessere. Dunque, leggere “Dissonanze” può significare avere l’espressione di situazioni condivisibili e per questo, oserei dire “universali”. Può sembrare banale, eppure c’è costantemente il bisogno della poesia per toccare in modo inequivocabile queste “dissonanze”, specie se fatto attraverso un linguaggio che evita volutamente di essere ermetico per arrivare a toccare le corde dell’anima.
Alla sua quinta silloge, crede che ci sia un filo conduttore che lega tutte le sue opere?
Credo che ogni poeta “onesto”, per dirla con il termine caro a Quasimodo, esprima il proprio vissuto e dunque manifesti attraverso la parola poetica ciò che lo colpisce e che incide nella sua anima suscitando emozioni e sentimenti, e dunque facendo una sorta di exursus personale nel tempo. Nel mio caso specifico, ci sono indubbiamente stati d’animo, riflessioni e affetti che ritornano nel tempo, seppure con versi sempre nuovi. Il filo conduttore che lega tutte le mie raccolte è comunque il rilievo dato agli affetti e una certa ansia del vivere, che si accompagna all’inquietudine per tutto quello che ci accade e che accade intorno a noi. Ecco allora il tema della violenza di genere, degli affetti perduti e di quelli desiderati, la guerra, il trascorrere inesorabile del tempo, la solitudine , la precarietà del vivere….
Come ha vissuto l’esperienza di pregiarsi di prefazione e postfazione scritte da due penne così importanti nel panorama letterario?
Indubbiamente il fatto che due poeti e critici letterari dello spessore di Marina Pratici e Carmelo Consoli mi abbiano dedicato la loro attenzione è stato per me aver avuto un riconoscimento importante in merito alle mie poesie già prima di partecipare a vari premi letterari che hanno confermato la qualità della raccolta. Peraltro Marina Pratici è impegnatissima come presidente di importanti premi letterari, insegnante universitaria, saggista e scrittrice per cui non pensavo potesse occuparsi di farmi una prefazione, peraltro di altissimo livello. Anche Carmelo Consoli, e scrittore, critico, saggista giurato in numerosi premi nonché presidente della “Camerata dei poeti di Firenze” si è mostrato disponibile per scrivermi la postfazione e questo ha accresciuto la mia soddisfazione. Il contributo di due persone tanto colte e polivalenti incrementa indubbiamente il valore di questa raccolta ed io sono davvero commossa e orgogliosa per aver goduto della loro attenzione e delle loro parole.
Qual è la poesia, in Dissonanze, che le sta più a cuore? Ci racconti come è avvenuta la sua creazione.
È sempre difficile se non impossibile poter scegliere una poesia perché ce ne sono più di una che mi stanno a cuore, a prescindere dal loro “valore poetico”. Del resto, ogni poesia nasce da un forte sentimento o da un’impressione che mi ha colpito per cui tutte mi sono care. Potrei comunque indicare una sezione del libro dal titolo “Tra pelle e cuore” perché testimonia il mio lato più intimo, quando il bisogno di esprimere un amore disatteso o perduto o ancora la voglia di amare si fa urgenza. “Resta grido sospeso” (pagg. 79) è tra le altre, forse ma solo forse, una delle preferite perché esprime il profondo malessere di una disillusione d’amore, in un momento di sconforto. La sua creazione è avvenuta proprio in tale circostanza.
Quali sono le sue aspettative per il futuro della sua carriera letteraria?
A settembre avrò un riconoscimento alla carriera letteraria nell’ambito dell’evento “Tra le parole e l’infinito” su invito del cavalier Nicola Paone che se ne occupa. Sarà questo evento che mi consentirà di conoscere “penne d’eccellenza” e arricchire il mio panorama letterario. Per il resto, continuerò a scrivere e a partecipare a prestigiosi premi letterari per avere conferma della qualità delle mie composizioni che, come già avvenuto in precedenza, confluiranno in una futura raccolta.
Ovviamente le mie aspettative sono quelle di avere apprezzamenti da parte di personaggi di pregio del mondo letterario e culturale in genere e poter evolvere verso un livello qualitativo ancora più alto in modo da poter coinvolgere più persone nella lettura delle mie poesie e sentirmi interprete privilegiata del loro sentire.
Già faccio parte di varie giurie e scrivo in alcuni giornali on line come “Alessandria Today”, “Alessandria on line” e “La voce agli italiani” e mi piacerebbe poter avere anche in tale ambito, una posizione di spicco.
Nota biografico-letteraria
Laureata in storia e filosofia presso l’Università degli studi di Firenze, Gabriella Paci ha sempre vissuto ad Arezzo, dove ha svolto con passione l’insegnamento delle lettere presso un istituto superiore della città. Appassionata di viaggi e di letture ha da sempre l’inclinazione ad osservare la realtà e ascoltare la sua voce interiore. Nella certezza che inquietudini, passioni, emozioni e sogni sono propri dell’itinerario esistenziale di ognuno, e dunque universali, ha voluto e vuole condividere le sue poesie con gli altri. Gabriella Paci scrive poesie nella convinzione che il suo compito sia quello di provare a restituirci un rapporto con il mondo che il nostro secolo ha terribilmente impoverito. E da queste premesse anche i ricordi tristi si possono, trasportati sull’onda della creazione poetica, trasformare in ancore di salvezza che permettono di attraversare indenni il mare delle emozioni in tempesta, essere momento di riflessione oltre che di emozione, per guidarci a trovare, nella condivisione, una nuova dimensione.
L’espressione nasce fluida, pur suggerendo echi ed emozioni oltre le parole: le figure retoriche della poesia si fondono naturalmente con termini comuni ed altri dal sapore letterario, in una sintesi che permette da subito di comprendere e vivere le emozioni
Pubblicazioni
Ha pubblicato 5 libri di poesie “Lo sguardo oltre…” edito da Aletti nel 2015 “Onde mosse” edito da Effigi nel 2017 “Le parole dell’inquietudine” edito da Luoghinteriori nel 2019.
“Sfogliando il tempo” edizioni Helicon 2021 e “Dissonanze” ediz.Helicon 2023.
Grazie anche ai numerosissimi e prestigiosi premi di carattere nazionale e internazionale ricevuti quali, tra gli altri, “Il premio Michelangelo”; Premio “Quasimodo”; ”Buongiorno Alda”; “Città di Varallo”; Premio internazionale “Poeta dell’anno” di Milano; Premio mondiale “Nosside 2019”; premio Principe “Niccolò Boncompagni-Ludovisi” 2021; Premio “Apollo Dionisiaco “ ecc… (per un totale di circa 350 riconoscimenti). Trova sempre nuovi stimoli ad esprimersi.
Tuttora continua la sua produzione poetica. Ha ricevuto il titolo di “Alfiere” della Poesia dall’accademia dei Bronzi e il premio di poeta dell’anno nel 2023.
Pubblica poesie e articoli sul giornale online “Alessandria today news”, “Alessandria on line”, sulla rivista ”Luogos”(giglio blu di Firenze) e su “Controverso”(Buonasera Taranto).
È redattrice ne “La voce agli italiani” del Centro culturale “Atlantide”.
Fa parte di giuria in alcuni premi letterari ed è critica letteraria. È presente in “Poertry factory e fa parte di “Italian poetry”.
Fa parte dell’associazione Wiki poesia (www.wikipoesia/it/wiki/GabriellaPaci), “Poetas du mundo” e “Writers international”.
